venerdì 25 marzo 2016

Premio di Liberazione

Arturo Mattiazzi, di Postioma, partigiano caposquadra del battaglione Bruno Chiarello (brigata Pietro Gobbato di Giustizia e Libertà) entrò per primo con i suoi uomini nella città di Treviso ancora occupata da fascisti e tedeschi, il mattino del 27 aprile 1945.
Ricompensa?
Un posto di lavoro nelle miniere del Belgio, in quella emigrazione italiana seguita all'accordo "uomo-carbone" del giugno 1946 che gli storici considerano una "deportazione economica".
Di Mattiazzi, oltre alla sua relazione sulle storiche giornate dell'aprile 1945, resta una foto che lo ritrae splendente di giovinezza nei pressi della miniera di La Louvière in Vallonia.
Ginocchio a terra a sfiorare un'ascia, elmetto in testa, volto squadrato e sorridente, sguardo fiero, brandisce spavaldo il motopicco quasi fosse lo sten che lo accompagnò nella sua incursione all'interno delle mura trevigiane.
Di sicuro la foto è stata scattata nel periodo iniziale della sua permanenza nel paese delle miniere, perché  mano a mano che il tempo sarebbe passato, anche per lui lo sguardo si sarebbe spento, la carnagione impallidita: sarebbe diventato come tutti quelli che si inoltravano nelle viscere della terra per guadagnarsi un po' di pane e molta silicosi. * 
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* Come gran parte dei cinquantamila suoi colleghi emigrati nelle miniere del Belgio a partire dal 1946, anche Arturo morirà di silicosi.

Partigiani di Treviso -   
Arturo Mattiazzi, partigiano a Treviso, minatore in Belgio
(FAST - Foto Archivio Storico Trevigiano, fondo Postioma)

Battaglione Bruno Chiarello

Relazione del comandante Mattiazzi Arturo e del vice comandante Perissinotto Quinto



La relazione dei partigiani Arturo Mattiazzi (Postioma, TV)
e Quinto Perissinotto, maggio 1945

(Aistresco, fondo Caporizzi - b 8 - fasc Gruppo Brigate Giustizia e Libertà, sf Brigata P. Gobbato)

Testo della relazione
Squadra Comandante 


Notte 24-25 Aprile: 
Prelevamento viveri, armi e materiali alla caserma De Dominicis 

Giorno 27 Aprile: 
Ingresso a Treviso con Brigata Gobbato ore 7,45, prima assoluta in 60 uomini. Il Comandante Mattiazzi Arturo armato di Sten con due uomini armati di Pistola ha catturato un'autoblinda, una corriera Croce Rossa e una moto furgoncino. Ha disarmato una 40 di tedeschi facendoli prigionieri. Sono stati recuperati armi, bagagli che vennero distribuiti ad altri patrioti. 
Partito con la moto furgoncino e portatosi a S. Bona ha disarmato 8 Tedeschi.
In seguito si è portato al Comando Gruppo Brigate G.L. e assieme al Vice Comandante con 5 uomini disarmò 70 tedeschi recuperando cavalli, carri e armi. 

Il 28 aprile alle ore 11 il Comandante, il Vice Comandante e 3 uomini in zona di Porcellengo,  benché i tedeschi fossero appostati, mascherati ed innalzassero bandiera bianca, cominciando poi a sparare e lanciare bombe a mano, hanno disarmato 3 tedeschi comandati da un capitano recuperando armi ed automezzi. Nell’azione avendo avuto un ferito lo portarono all’Ospedale, mentre altri patrioti sopraggiunti mettevano in salvo il materiale e gli automezzi.
Nei giorni successivi sono stati disarmati gruppi isolati di tedeschi fascisti, spie, e appartenenti alle brigate nere per un totale di circa 200 uomini.
Complessivamente sono stati disarmati 437 tedeschi, 53 spie fascisti e recuperati cavalli, carri automezzi e materiale vario.


Squadra vicecomandante 

Giovedì 26 Aprile - Sera:

Scoppio del deposito munizioni, mine anticarro ed altro materiale, avvenuto nel Cantiere di Castagnole [Paese], per evitare il prelevamento da parte delle FF. AA. tedesche. L’azione è stata fatta con la collaborazione del Gruppo “Brigate Garibaldi” di Ponzano Veneto per evitare sospetti da parte del Comando Tedesco. 

Venerdì 27 Aprile: 
- Disarmo e cattura di tedeschi che tentavano la fuga con autoveicolo.
- Attacco contro gruppo tedesco ed elementi della brigata nera. Non fu possibile nessuna cattura data la forte superiorità numerica e l’armamento di cui disponevano, però dovettero abbandonare immediatamente la località in cui dovevano rimanere sino a sera. 

Sabato 28 Aprile: 
Alle ore 15,30 circa attacco e disarmo di tedeschi con cattura armi e munizioni su strada Feltrina. 

Domenica 29 aprile: 
- Assalto a Castagnole a gruppi tedeschi e loro disarmo.
- Assalto a forte Gruppo tedesco (60 uomini circa) autotrasportato. Cattura di armi pesanti e leggere ed ingente bottino vario. Azione avvenuta tra Porcellengo e Musano
- Assalto a macchina tedesca con cattura e disarmo soldati. 

Lunedì 30 Aprile:

Di rinforzo a gruppo di Paese contro colonna corazzata di passaggio. 

Martedì 1° Maggio

Rastrellamento e cattura di soldati tedeschi. Azione avvenuta in Postioma. 

Mercoledì 2 Maggio:

Presidio al Cantiere di Castagnole. 

N.B. I partigiani di Castagnole hanno, dal giorno 26 Aprile in poi presidiato giorno e notte il Deposito ed il Comando Presidio di Castagnole.

Sono stati inoltre arrestati e consegnati al Comando di Treviso Pio X elementi appartenenti alle Brigate Nere, alla G.N.R. e sospetti di azioni dannose al popolo o ai partigiani dall’8 settembre 1943 a questi giorni.

Il vice Comandante
F.to Perissinotto Quinto

IL COMANDANTE
F.to Mattiazzi Arturo


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Arturo Mattiazzi nei giorni dell'insurrezione: il ricordo del parroco



L'attività insurrezionale del partigiano di Postioma (TV) Arturo Mattiazzi
e della sua squadra ricordata dal parroco don Giovanni Capoia.
Cronistorie … 1939-1945, a c. di Erika Lorenzon. (Postioma, pp. 33-34 del DVD allegato).

Trascrizione

«I nostri partigiani sentono che l’ora della riscossa sta per suonare e la notte del 26 sul 27 aprile si radunano clandestinamente in una casa della campagna di S. Bona e con l’equipaggio da battaglia si preparano per la marcia che doveva condurli alla liberazione di Treviso.

Con impeto travolgente insorgono contro i nazisti alcuni giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate e così a queste appianano e aprono la via. La dozzina di volontari da Postioma uniti ad un’altra cinquantina di compagni organizzati, inquadrati e bene diretti, conquistano Treviso molte ore prima delle altre formazioni.

Tre dei nostri partigiani si distinsero maggiormente per coraggio indomito, spirito battagliero esponendosi e superando pericoli di ogni genere.

Non ci si può dilungare a descrivere l’audacia dei combattenti e le vittorie di tutti, basti ricordare quanto fece Arturo Mattiazzi da Postioma, col nome di battaglia “Michelangelo”. Detto giovane con soli due uomini armati di pistola, ha catturato una autoblinda, nonché una corriera e un’auto; con cinque uomini ha poi disarmato e catturato trenta tedeschi con armi, cavalli ed altro materiale; ha preso prigionieri altri venti tedeschi mezz’ora dopo con sette uomini; attaccato con mezzi corazzati appoggiati da artiglieria riusciva a portare in salvo gli uomini senza perdite. Il 28 aprile con soli sei uomini, sulla strada Musano Porcellengo impegna un combattimento contro sessanta tedeschi i quali prima alzano bandiera bianca in segno di resa, ma quando Arturo è a pochi passi da loro gli aprono il fuoco con bombe a mano e raffiche di fucile mitragliatore. La battaglia dura un quarto d’ora, tre tedeschi caddero nella mischia, un solo partigiano colpito da una bomba a mano perdeva un piede sul posto. Finalmente i tedeschi si arrendono con un camions e venti armi automatiche.

Arturo insomma, assieme ad un altro compagno catturava 437 prigionieri con armi e bagagli, oltre 30.000 colpi da 88/53, migliaia di mine ed esplosivi, oltre 53 fascisti e spie».
(Da Cronistorie di guerra ... 1939-1945, a cura di Erika Lorenzon - Parrocchia di Postioma - pp. 1148-1149).



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