mercoledì 1 maggio 2019

Giovanni Girotto, ucciso dai fascisti di Treviso nel giugno del 1924 - Una lunga resistenza

Vicolo Giovanni Girotto, Treviso - 
La stradina dedicata al tramviere repubblicano Giovanni Girotto 
ucciso nel 1924 da una squadra di manganellatori fascisti 
di Treviso. Si trova vicino all'incrocio tra i viali Cacciatori 
Orleans, a poca distanza dal luogo in cui Girotto fu bastonato a morte. 
In attesa dell'apertura  sempre troppo lenta  delle sbarre del passaggio a livello di viale
Cacciatori verso Santa Maria del Sile, quante volte mi son chiesto, guardando il nome dell'ultima stradina sulla destra prima dell'incrocio con viale Orleans, «ma chi sarà mai questo G. Girotto "martire per la libertà 1902-1924"»?
In questi giorni, in maniera del tutto casuale, sono venuto a capo del mistero.
Cercavo nel mio archivio notizie sul deputato del partito popolare Italico Corradino Cappellotto[1]. Fra i tag con questo nome uno mi rimandava al numero 13/1946 di Rinascita, l'organo del Comitato di Liberazione Nazionale di Treviso, in cui era ricordato l'abbandono dell'aula e del posto di consigliere comunale da parte di Cappellotto nella seduta del 22 ottobre del 1924, l'anno dell'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. 
In quel 22 ottobre nella sala consiliare di Treviso (sindaco il fascista Luigi Faraone) era all'ordine del giorno la commemorazione di alcuni "onorati cittadini" e dell'aviatore medaglia d'oro Giannino Ancillotto, morto qualche giorno prima in un incidente stradale.
Giovanni Girotto, il tranviere
 ucciso dai fascisti di Treviso
nel giugno 1924, a 22 anni.
La Voce Repubblicana, 20.7.1924
Avuta la parola, Cappellotto  dopo aver reso onore alla figura di Ancillotto  ricordò il brutale assassinio di Matteotti e quello del tramviere trevigiano Girotto. «Il povero Girotto era un onesto operaio: non ha fatto male a nessuno ed è degno di essere commemorato in questa aula come gli altri cittadini». Al che il sindaco gli tolse la parola. E Cappellotto, di rimando: «Questo non è un Consiglio Comunale!». Si alzò e se ne andò esclamando: «Viva Matteotti, Viva Girotto, Viva la libertà!».
Una breve ricerca in rete mi portò al sito della Casa Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine (RO), nella cui emeroteca online sono presenti alcuni numeri di giornali dell'epoca con la notizia dell'omicidio del tramviere Girotto.
Particolarmente dettagliata la cronaca del quotidiano del PRI (a diffusione nazionale) La Voce Repubblicana che riferisce come il giovane Giovanni Girotto, colpito al collo da randellate di nerbo di bue domenica 15 giugno 1924 sul mezzogiorno, sia stato lasciato morente sul ciglio del fossato di viale Trento Trieste, nei pressi della stazione. Da parte sua, Il Gazzettino del 22 giugno 1924 informa della rapida conclusione delle indagini della questura, che avevano portato all'arresto dei presunti colpevoli dell'omicidio: sei fascisti fra i quali il consigliere comunale Guido Feltrin abitante in via Zermanese.
Mi limito in questa sede a proporre i due articoli, senza approfondire la vicenda con altre cronache del tempo e le carte del tribunale che permetterebbero di conoscere l'esito del processo. Ma non ci vuol molto ad immaginare come gli assassini se la siano cavata con poco. Di certo, Guido Feltrin  il più noto dei componenti la squadra omicida  lo si troverà più tardi nell'albo d'oro dei fascisti che, per le loro benemerenze, si sono meritati la qualifica di "squadrista"[2].


La Voce Repubblicana

Giovanni Girotto, ucciso dai fascisti di Treviso
nel giugno del 1924. Cronaca della Voce Repubblicana,
il quotidiano del Partito Repubblicano Italiano.
Trascrizione


I REATI … A FINE NAZIONALE
Tutta Treviso commossa e indignata
per la feroce soppressione del tramviere Girotto
TREVISO, 24 [giugno 1924]. — Il nostro giornale ha già pubblicato la sommaria notizia di un delitto di cui è rimasto vittima un repubblicano finito sotto i colpi di cravache dei soliti … ignoti. Ma poiché il fatto — dato il periodo nel quale è accaduto — ha commosso in modo straordinario la cittadinanza, credo opportuno trasmettervi intorno ad esso altri particolari.
Mentre l’intera cittadinanza, pervasa di indignazione e di grande turbamento per l’efferato delitto dell’on. Matteotti, seguiva le varie vicende della brigantesca impresa della banda di Palazzo Viminale, domenica 15 c., dopo le 12, sul ciglio del viale Trento e Trieste, veniva trovato semimorente il nostro giovane amico Giovanni Girotto, tramviere della Società Mestrina.
La morte sopraggiunta nella serata del lunedì senza che il giovane amico nostro potesse proferire una parola chiarificatrice sul misfatto da egli subito, lasciò [credere] a una infinità di congetture.
Certo si è che l’autopsia fatta sul cadavere venne ad avvalorare decisamente il più fondato sospetto: Giovanni Girotto è stato assassinato.
L’encomiabile campagna iniziata, e non ancora ultimata, dal “Gazzettino” ha servito indubbiamente a lumeggiare, nei suoi varii aspetti, il brutale delitto.
Ormai non vi deve essere alcun dubbio: l’autopsia richiesta espressamente dalla Procura del Re poté dimostrare che la soppressione del Girotto fu determinata da colpi di nerbo flessibile inferti sul collo, determinando la frattura della base del cranio.
Come avvenne il delitto e quale fu il movente?
L’autorità di P.S. espressamente inviata dalla Procura del Re sta svolgendo con un certo successo le sue indagini. Queste debbono essere portate con la massima sollecitudine al miglior compimento.
Bisogna escludere a proprio che la morte sia accidentale o per eventuale rissa… Le circostanze in questo caso sono di una chiarità meridiana.
Comunque, non vogliamo minimamente dubitare della buona volontà della nostra P.S. Gli elementi positivi, affinché le indagini abbiano successo, non mancano. È tempo che si ponga fine alle bestiali gesta dei soliti randellatori che da vario tempo avevano scelto la zona intercorrente tra il viale Trento e Trieste ed il subborgo S. Antonino per compiere, in completa libertà e sotto il naso della polizia e dei carabinieri i loro randellamenti quasi quotidiani e nelle stesse ore notturne.
Il nostro morto ed il pianto desolante della vecchia madre orbata del figlio invocano giustizia sollecita e completa.
Auguriamoci, per il bene e il decoro della nostra città, che gli ultimi avvenimenti che ancora tengono sospesi ed accorati gli animi di tutti gli onesti cittadini italiani, possano servire di severo ammonimento, in alto ed in basso loco.
Ogni libero cittadino è e deve essere nel suo completo diritto di svolgere le sue attività sociali, senza che bande di violenti, coperti dalla più sfacciata impunità, continuino a rendere malsicura la incolumità personale!
Epperò in questo nostro caso, se con una certa soddisfazione vediamo che le indagini della P.S. procedono con speditezza da molto tempo in disuso per fatti consimili, non siamo affatto tranquilli del personale atteggiamento del signor Prefetto.  Si sussurra e si afferma nei quadrivi che l’abitatore del Palazzo di Piazza dei Signori voglia influire le risultanze dell’inchiesta giudiziaria non colpiscano certe persone e certe cose relative al Partito che, malgrado l’unanime indignazione pubblica, governa ancora il nostro Paese.
Il signor Prefetto è invitato a fare il suo dovere, lasciando che la giustizia segua il suo regolare corso e che i colpevoli, senza alcuna distinzione, vengano assicurati ad essa.
Se Dio vuole, a Roma, non impera più la banda di Palazzo Viminale!... Intenda chi deve intendere.
Un’interrogazione dell’on. Bergamo
Per intanto il nostro deputato on. dott. [Guido] Bergamo ha presentato una interrogazione al Presidente del Consiglio ed al Ministro degli Interni sulle cause della morte del povero Giovanni Girotto.
I solenni funerali
Giovanni Girotto ucciso dai fascisti di Treviso. 
Necrologio sul Gazzettino di Venerdì 20.6.1924. 
Il trasporto funebre della compianta vittima della bestiale violenza, ha avuto luogo con straordinaria solennità.
Una vera fiumana di cittadini di tutte le classi, accompagnò all’ultima dimora il nostro povero giovane amico. Numerose le corone fra le quali spiccava quella di garofani rossi dei repubblicani di Treviso.
Tutti i partiti politici e le organizzazioni sindacali erano rappresentati. A nome della cittadinanza, sul piazzale della stazione ferroviaria, pronunciò un forte e sentito discorso l’on. Cappellotto.



Il Gazzettino



La notizia dell'arresto della squadra fascista di Treviso che uccise il tramviere
ventiduenne Giovanni Girotto è riportata dal Gazzettino di domenica 22 giugno 1924.

Trascrizione
L’uccisione del tramviere
La questura ha esaurito il suo compito — Sei arresti — Anche un consigliere comunale

La Questura ha esaurito, si può dire, il proprio compito e fra alcuni giorni presenterà i verbali all’autorità giudiziaria. Conviene riconoscere che la P. S., tanto da parte del Questore cav. Mars, quanto da parte di quei due egregi e valenti funzionari che sono i vice commissari dottor Bianchi e Marasciullo a cui è stato affidato il difficile lavoro delle ricerche, ha compiuto un’opera difficile in un termine relativamente breve.
Secondo il Questore il fatto andrebbe ricostruito, presso a poco, in questo modo:
In località varie, ma sempre nella stessa zona, come al “Cuor”, a S. Lazzaro e presso la Stazione, domenica scorsa sarebbero stata espresse frasi di minaccia contro alcuni tramvieri per l’atteggiamento da questi assunto durante gli ultimi avvenimenti politici. Fra coloro era un individuo che avrebbe istigato altri a «dare una lezione ai tramvieri». Fu così che venne colpito il Girotto Giovanni nelle circostanze che abbiamo descritte. Chi lo percosse? Ebbe intenzione di uccidere?
Dirà il magistrato quale imputazione dovrà essere ascritta alla brutale malvagità compiuta e chi sono i responsabili.
Oltre il Sartorello Alessandro, la Questura, come abbiamo detto ieri, ha proceduto ad altri arresti. Possiamo precisare i nomi: Guido Feltrin fu Antonio, d’anni 31 consigliere comunale fascista di Treviso, abitante in via Zermanesa di S. Antonino, ma negoziante nella nostra città. — Borsato Aurelio di Giuseppe da S. Antonino, d’anni 25, fabbro. — Acerbi Ivone fu Pietro, proprietario fornaio, nato ad Agugliaro (Vicenza), d’anni 33 e residente a S. Lazzaro. — Bettiol Pietro di Candido, d’anni 28, da S. Lazzaro, agricoltore.
Note

Italico Corradino Cappellotto,
avvocato, sindacalista, docente
e partigiano cattolico.
(Martirano CZ, 1886 - Treviso, 1947).
[1] L'avvocato Italico Corradino Cappellotto fu sindacalista cattolico dei contadini, avvocato e insegnante all'istituto tecnico Riccati. Deputato del Partito Popolare per una sola legislatura, la XXV del Regno (1919-1921) non venne ricandidato nel '21 per essere entrato in rotta di collisione con la dirigenza del partito. (Daniele Ceschin, Giuseppe Corazzin, Cierre Edizioni, Verona, 2001, p. 89). Sui contrasti, prima della Grande Guerra, del sindacalista Cappellotto con l'establishment cattolico trevigiano, in particolare col vescovo Longhin e il suo mentore papa Pio X, cfr. Luigi Urettini, Andrea Giacinto Longhin, Cierre Edizioni, Verona, 2002, pp. 32-36.
Un interessante ritratto di Cappellotto, in mortem, è stato pubblicato il 9 gennaio 1947 da Umberto Pizzinato ("Carminati" - vicecomandante del CVL veneto ed esponente dei Cristiano Sociali, il partito di C.) sul settimanale dei partigiani di Treviso Patrioti della Marca, col titolo "Il Partigiano Italico Corradino Cappelloto è morto". Vi si ricorda, fra l'altro, che «la sua casa [Via Pastro 1, Treviso] fu, specialmente dal Luglio 1943, il ritrovo di uomini politici di tutte le fedi. E quando l'occupazione nazi-fascista si abbatté sull'Italia, i primi convegni del C.L.N, i primissimi contatti fra i vari organizzatori del movimento Partigiano avvennero in casa sua».
Per altre notizie su I.C. Cappellotto, clicca qui.

[2] Feltrin Guido di Antonio, data di iscrizione al P.N.F. 9 maggio 1920, fascio di appartenenza Treviso. Cfr. Sqvadristi a noi! Squadrismo nella Marca Trevigiana, Devanzis, 2008.

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