domenica 27 agosto 2023

Gino Simionato, Falco, partigiano "valoroso tra i valorosi, onesto tra gli onesti". (Anpi Treviso, 1947)

Riapro una tantum questo blog perché mi è capitato di leggere su Wikipedia, nella pagina dedicata alla Brigata Wladimiro Paoli, [1] fra le Controversie, questa affermazione: «Tra i nomi più noti vi fu quello di Gino Simionato "Falco", sedicente partigiano » [2].

Ora, tutto si può dire di Gino Simionato ma non che sia stato un partigiano “sedicente”. Semmai, se proprio non si vuol dire che fu un partigiano valoroso, diciamo che fu un partigiano “scomodo”.

O meglio, per citare Dario Battistin autore di una tesi di laurea [3] dal significativo titolo Mignagola, una resa dei conti del ’45, un cui capitolo rielaborato viene riportato alla fine del volume dedicato da Ernesto Brunetta ai fatti della Cartiera [4]: «Il “Falco” subito dopo la guerra divenne un capro espiatorio su cui molti poterono scaricare le proprie responsabilità. Lo stesso movimento partigiano trasse vantaggio dalla personificazione del male in una sola persona, sin dal momento in cui il CLN lo espulse dal Corpo Volontari della Libertà, il 3 maggio 1945, e poi diede ordine di arrestarlo, il 30 maggio».

Passati i giorni della resa dei conti, la memoria del “sanguinario Falco” continuò sottotraccia fra ex fascisti e gente comune e riemerse con virulenza nel 1990 all’uscita di I giorni di Caino di Antonio Serena. Per chi invece dopo l’8 Settembre visse alla macchia, col fiato sul collo dei fascisti, la memoria del Falco fu ben diversa, come testimonia questo articolo pubblicato sul settimanale dell’Anpi di Treviso all’approssimarsi del processo per rapina nei confronti di Simionato nel giugno del 1947.

La Nuova Strada, settimanale dell’Anpi provinciale di Treviso, 12 giugno 1947.



Trascrizione

SI PROCESSA IL "FALCO" 

Si svolgerà nei prossimi giorni avanti la Corte d’Assise di Treviso il dibattimento nel processo a carico di Gino Simionato (Falco). Il valoroso partigiano, che negli ultimi tempi della lotta clandestina era veramente il terrore dei fascisti e dei tedeschi per il suo indomito coraggio, da due anni circa è detenuto presso le nostre carceri. Egli è imputato di rapina continuata aggravata, di sequestro di persona, di associazione a delinquere. In sostanza da parte dell’accusa si vogliono rubricare come reati azioni economiche di carattere prettamente partigiano. Si tratta di un punto di vista: per coloro che combattevano con rischio della loro vita il fascismo nostrano e straniero i prelevamenti con regolare buono si chiamavano requisizioni, per gli altri più o meno nostalgici questi atti si chiamano… rapine.

Nel settembre dello scorso anno è uscita una legge in base alla quale era stabilita la revoca dei mandati di cattura e quindi la conseguente liberazione per quei partigiani a carico dei quali sussistessero imputazioni relative ad atti commessi durante la lotta e il cui carattere fosse anche in parte politico. I difensori di Falco fecero la domanda per ottenere la scarcerazione. Ma si videro rispondere negativamente.

Evidentemente tante persone ancora, e molti magistrati non si rendono conto di quanto hanno dato all’Italia i partigiani, e non sanno di conseguenza interpretare dal punto di vista naturale e logico i fatti di quell’epoca. Non vogliamo pensare che vi sia un preordinato proposito di colpire la categoria partigiana e il significato della congiunta gloriosa epopea; ma confessiamo che ci ha fatto sorridere la vignetta di un giornale umoristico nel quale si vedeva un vecchio magistrato che di notte passeggiava concitato su e giù per la stanza da letto. Perché non dormi? Hai rimorso per aver condannato qualche partigiano? gli chiede la moglie. Peggio, risponde il magistrato, ho condannato un fascista!

Qui il discorso vuol essere più serio, ma non meno aderente alla realtà. Di fronte alle migliaia di fascisti in libera circolazione, di fronte alle brigate nere che hanno ancora le mani lorde di sangue e sono state amnistiate, noi assistiamo oggi al processo contro un Falco, valoroso tra i valorosi, onesto tra gli onesti, che subito dopo la liberazione, povero come prima, venne arrestato mentre era intento a fare il carrettiere per guadagnarsi un misero pane. Il Falco al quale si muove il non provato addebito di aver con la violenza rapinato valori per parecchie centinaia di migliaia di lire! Non sarà mai troppo presto per proclamare la innocenza di questo partigiano.

La Corte di Assise di Treviso ha oggi questo dovere!

* * *

Direttore responsabile del giornale dell’ANPI era Remo Casadei, PCI, ex comandante del  Battaglione autonomo garibaldino Falchi delle Grave, alla vigilia dell’insurrezione [5]. Nello stesso fondo archivistico, conservato nell’Istituto Veneto per la Storia della Resistenza ora CSAREC – Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, risulta che Gino Simionato, alla vigilia dell’insurrezione, era comandante del Distaccamento autonomo d’assalto Garibaldi “Falco” di cui era commissario Alfonso Benedetti “Ferro”, sulla cui figura rimando all’intervista di Dario Battistin [6].


Note

[1] Ultima modifica 6 maggio 2023.

[2] Espressione utilizzata anche nel volume di Ivano  Sartor La Resistenza nel Basso Sile tra Trevigiano e Veneziano, Istresco, 2020. Pagina 357: «In quel periodo continuò a imperversare la truce figura di "Falco", il sanguinario sedicente partigiano della Cartiera di Mignagola»; p. 368, a commento di una foto della liberazione di Roncade: «Presenti il sedicente partigiano e criminale riconosciuto Gino Simionato "Falco"».

Mi soffermo su p. 235: «La sfortuna volle che incappassero nella formazione capeggiata dal sedicente partigiano e criminale riconosciuto “Falco”, cioè Gino Simionato, che poi a fine guerra sarà condannato per le sue efferatezze». 

No, a fine guerra Simionato non sarà condannato per le sue efferatezze, riconosciute come azioni di guerra miranti «alla rappresaglia e allo sterminio contro chi direttamente o indirettamente aveva prestato il proprio braccio o la propria mente al servizio del nemico invasore» e come tali rientranti nell’amnistia del 22.6.1946. Cfr. Sentenza del 31.12.1951 (Tribunale di Treviso) in Ernesto Brunetta, 1945: la Cartiera Burgo e la guerriglia in pianura, Istresco 2009, p. 138, riconfermata – sempre a Treviso – il 24.6.1954, vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Simionato#Il_processo - Simionato sarà invece condannato per l’uccisione del fascista Antonio Chinellato, suo paesano e istruttore durante il “premilitare”, delitto sul quale non ho trovato la sentenza e rimando a Battistin, pp. 163–64. 

Sarà inoltre condannato il 20 giugno 1947 a cinque anni per “rapina aggravata e continuata” in un processo che lo vedeva imputato assieme ad altri sei – tutti difesi dai migliori nomi del Foro trevigiano: Cirillo Boccaliero e Berto Dalla Rosa per Simionato e gli avvocati Nordio, Manuel, Caputo e  Piovan oltre al veneziano Gianquinto per gli altri coimputati. Da notare che – non volendo o non potendo più utilizzare l’amnistia – al termine della lettura della sentenza il presidente dott. Tissi «a nome di tutta la Corte, ha dichiarato essere risultato che il Simionato non ha operato al fine di lucro personale e non si è approfittato in nessuna maniera degli oggetti da lui requisiti, ma che deve rispondere ugualmente di fronte alla legge per non avere impedito in qualità di comandante, che i suoi dipendenti ne traessero un profitto personale». (Il Gazzettino, 21 giugno 1947)

[3] Università di Venezia, relatore Mario Isnenghi, a.a. 2004–2005.

[4] E. Brunetta, 1945: la Cartiera Burgo e la guerriglia in pianura , Istresco, 2009. Titolo del saggio di Battistin Tre interviste sul “Falco”.

[5] IVSR_8_11_1.009.

[6] E. Brunetta, Op. cit., pp. 144–157.

                       


Foglio matricolare di Gino Simionato

matricola 8452 del Distretto di Treviso


Residenza all’atto dell’arruolamento: Preganziol, Via Sambughè 69

Figlio di Luigi e di Borgo Emma […] nato il 7 novembre 1920

Statura m 1,61 – Torace m 0,89 – Capelli castani – Forma ondulati

Viso piatto – Naso rialzato – Mento regolare – Fronte regolare – Colorito roseo

Bocca piccola – Dentatura sana – Segni particolari nessuno

Arte o professione muratore – Se sa leggere sì – scrivere sì – Titolo di studio IV elementare


***

8 febbraio 1939 – Visita di leva

4 febbraio 1940 – Chiamato alle armi e giunto nel 202° Reggimento Artiglieria della 2a Divisione CC/NN “28 Ottobre” del XXIII C. d’A. ed avviato per la vestizione al Deposito 8° Artiglieria di C. d’A. in Cremona

26 febbraio 1940 – Imbarcatosi a Napoli sul piroscafo “Liguria” e sbarcato a Tripoli il 29 febbraio

23 maggio 1940 – Ricoverato all’ospedale militare di Tripoli

11 giugno 1940 – “In territorio dichiarato in istato di guerra per il 202° Reggimento Artiglieria 2a Divisione C.C. N.N. [Camicie Nere] 28 ottobre”

7 luglio 1940 – Dimesso dall’ospedale militare di  Tripoli e trasferito al convalescenziario di Tripoli per giorni 60.

4 agosto 1940 – Dimesso dal convalescenziario, imbarcato nella nave ospedale “California” e sbarcato a Napoli il 7 agosto 1940

10 agosto 1940 – Licenza di convalescenza trascorsa dapprima all’ospedale mil. di Padova poi in quella di Oderzo dove il 25 ottobre 1940 viene “dimesso ed avviato in famiglia per proseguire la licenza di un anno ininterrotta”

9 ottobre 1941 – Comunicata proroga di un anno della licenza dall’ospedale mil. di Padova

A questo punto del foglio matricolare un’ultima riga (a matita) informa: “È impossibile continuare”.


Sul periodo militare e di guerra di Gino, cfr. il racconto del figlio Rudi a Dario Battistin (p. 157). 


L'antifascista Luigi Simionato, padre di Gino Simionato ''Falco''
 nel Casellario Politico Centrale dal 1931 al 1943.
Sugli antifascisti di Treviso e dintorni "attenzionati" dal Regime
si veda un altro mio blog.
Nella stessa pagina Rudi Simionato ricorda l’antifascismo del nonno Luigi, che una volta fu “massacrato di botte” dai fascisti locali in un bar del paese. Violenze, botte e olio di ricino in abbondanza a Luigi Simionato anche nel racconto di Maddalena, sorella di Gino (Idem, pp. 167–168). L’irriducibile antifascismo di Luigi (1893–1944) – padre del partigiano Gino – è ufficializzato dal Casellario Politico Centrale, dove risulta presente dal 1931 alla caduta del fascismo nel 1943.


Luigi Simionato, padre del "Falco", medaglia di bronzo al VM nella Grande Guerra,
perseguitato dai fascisti.

Non è difficile immaginare quali possano essere stati i valori assimilati dal figlio Gino e lo stato d'animo con cui affronterà i venti mesi della "guerra civile".

Necrologio per i morti della cartiera Brunelli,
fra cui Luigi Simionato padre del partigiano Falco.
Il padre del "Falco" operaio alla cartiera Brunelli (zona Fontane) morì il 10 ottobre 1944 in seguito a uno dei tanti bombardamenti alleati su Treviso. Così è registrata la sua morte nel Registro degli Atti di Morte del 1944 del comune di Treviso (Parte Seconda – Serie C  n. 711): «Il giorno dieci del mese di ottobre dell’anno millenovecentoquarantaquattro A. XXII° E.F. alle ore dieci e minuti quindici in Treviso, in conseguenza a ferite per bombardamento aereo, è morto:  Simionato Luigi figlio di Gio. Batta e di fu Alessandrini Maria, nato a Preganziol, residente a Preganziol, di anni cinquantuno, di razza ariana, cittadino italiano, di professione operaio, di stato civile coniugato con Borgo Emma, deceduto in via Corti, Cartiera Brunelli».


A sottolineare l’accanimento di lunga data dei fascisti trevigiani contro il partigiano Gino Simionato “Falco” c'è inoltre l’incursione di Sambughè nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 1944, una settimana prima della morte del padre. In quell'occasione numerose brigate nere - guidate da Bruno e Massimo Cappellin - entrarono in paese sparando e provocando la morte del «Milite scelto Favretto Giuseppe assieme al di lui fratello Giovanni» che erano scesi in strada per affrontare quelli che presumevano fossero dei ladri.

I fascisti in realtà cercavano «Simionato Gino soprannominato “Boriccio”, presunto Capo banda di ladri» come relazionò il commissario prefettizio di Preganziol Lorenzo Biral alla Procura di Stato, il giorno successivo.

Sui fatti di Sambughè – scrive Federico Maistrello – il settimanale delle BB.NN. “Audacia” capovolse la realtà, incolpando i partigiani che «travestiti da squadristi, dopo aver messo a soqquadro l’intero paese e aver trafugato denaro e vestiario in alcune case, fra cui quella del parroco, avevano ucciso brutalmente due giovani, i fratelli Favretto, perché avevano cercato di fare resistenza».

Va da sé che, in tanto bailamme, il Falco – ammesso che fosse in paese – fece in tempo a prendere il volo, anche per il netto (e significativo) rifiuto del parroco di Sambughè, don Pellegrino Agnoletto, di indicare alle brigate nere la sua casa.


Sull’episodio: F. Maistrello, XX Brigata nera… , pp. 102–103; Relazione Biral, Archivio Istresco, ID 806 – n. invent. 076; Cronache di Guerra… , Parrocchia di Sambughè, pp. 1542–43.

lunedì 4 aprile 2022

LIBERAZIONE DI TREVISO, APRILE 1945 - Cronologia

28 aprile 1945 (sabato): il CLN ordina l'insurrezione.

29 aprile 1945 (domenica): i partigiani occupano Treviso e il CLN assume il governo della città e della provincia. 

30 aprile 1945 (lunedì): gli Alleati entrano in Treviso "già liberata dai Volontari della Libertà".

*

Fonti: Archivio dell'ISTRESCO [Istituto per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Treviso] e stampa coeva

PS - Informazioni archivistiche più dettagliate si trovano nelle pagine cui rimandano i link.


"Questa mattina i Patrioti sono entrati in Treviso
ed hanno issato nelle nostre piazze la bandiera della libertà.
.. ".
Manifesto-omaggio ai partigiani ''questi umili grandi eroi".
Dal palazzo comunale di Treviso, 29 aprile 1945.


sabato 2 aprile 2022

28 APRILE 1945, TREVISO. IL CLN ORDINA L'INSURREZIONE




CLN Veneto Liberazione, Treviso 1945 - 
Le sedi dei comandi partigiani al 27 aprile 1945,
in vista della liberazione di Treviso
(Mappa IGM aggiornata 1924).
Da sinistra
1 - Santa Bona via Orsenigo, casa dei contadini Giuriati conosciuta come "casa ex Tonello":
Comando militare della Piazza di Treviso (CVL), cap. Ennio Caporizzi;
2 - Ponzano via Santandrà, casa "Rubelli" (mappa), conosciuta come "casa Franz":
Direzione politica con il prefetto nominato dal CLN avv. Leopoldo Ramanzini
3 - Canonica di Fontane, incontro di comandi militari e dirigenti politici
in vista dell'occupazione di Treviso;
Santa Bona Nuova presso la canonica (al centro, asterisco rosso *): scontro a fuoco tra fascisti
e la scorta del prefetto Ramanzini che, la sera del 28 aprile 1945, si sta recando
in bicicletta a prendere possesso della prefettura  di Treviso.

Per una cronologia dettagliata dell'insurrezione di fine aprile 1945 che portò alla liberazione di Treviso - definita dall'autore «il più bell'assalto popolare, "risorgimentale" della nostra storia» - si rimanda a Fausto Schiavetto (1). Che sottolinea come:
«L'insurrezione e la lotta antitedesca del 1943-45 si inseriscono in una lunghissima tradizione popolare che va dalle lotte anticeltiche del IV secolo a. C., alla lotta dei comuni contro il Barbarossa, alla lotta contro le orde imperiali di Massimiliano ai tempi della guerra di Cambrai, alle lotte del Risorgimento e della 1.a Guerra mondiale. In questa serie antitedesca, che sarebbe oltremodo sciocco trascurare per il futuro, la Resistenza ha un posto d'onore.»
Tutti i verbali del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale di Treviso, dal 26 aprile 1945 fino al suo scioglimento dopo le elezioni del 2 giugno 1946 sono stati pubblicati, con un ricco apparato critico e una densa introduzione, da Marco Borghi (2).
Qui ci limitiamo a riportare un paio fra i più significativi documenti di quei giorni conservati nell'archivio dell'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana (Istresco).

Venerdì 27 aprile 1945 si riuniscono nella canonica di Fontane di Villorba i membri del CLN e il Comando Militare della Piazza di Treviso. 
Preso atto delle trattative in corso per la resa del comando tedesco, a mezzo del vescovo Antonio Mantiero, si decide per il momento di soprassedere all'occupazione della città di Treviso, autorizzando invece le operazioni militari partigiane nei dintorni del capoluogo.

CLN - Veneto - Liberazione - Treviso -  
Verbale della seduta del Comitato di Liberazione Nazionale di Treviso,
tenutasi il 27 aprile 1945 nella canonica di Fontane di Villorba.
Aistresco, ID 556, b.49, fondo CNL, fasc. Verbali CNL originali
(Resistenza - Partigiani - Liberazione di Treviso 1945)

«La seduta è presieduta dal Rappresentante del P.S. [Partito Socialista] sono presenti i membri del C.L.N e il Comando Militare. Assente ingiustificato il rappresentante del P.L. [Partito Liberale]
In primo luogo si discute dell'opportunità di iniziare l'occupazione della città e si discute in particolare se sia opportuno di iniziare l'azione malgrado le trattative in corso col Comando Tedesco svoltesi a mezzo di S. E. il Vescovo di Treviso.
Piero [Dal Pozzo - del PCI] sostiene che l'azione servirebbe anche a decidere il Comando di Piazza Tedesco e a facilitare le trattative. Su ciò tutti sono d'accordo.
Siccome però le notizie militari fino a questo momento pervenute non sembrano consigliare un'azione immediata, si decide all'unanimità di autorizzare l'azione per la zona circostante la città in modo da permettere tutti quei preparativi e quelle occupazioni necessarie a preparare l'occupazione totale.
Il Comando Militare, invitato ad esporre la situazione del Comando stesso e la forza a sua disposizione, comunica che Vin Vincenzo viene nominato Comandante delle Formazioni, Carini Vice Comandante, e Turno [Guido Tonello di Giustizia e Libertà] Capo di Stato Maggiore. Quanto alle forze, comunica che esse ammontano complessivamente a 4000 uomini, dei quali 2500 armati e 1000 di questi provvisti di armi automatiche.
Si decide quindi che il Comitato Politico e il Comando Militare siedano ancora clandestinamente in località diverse e si stabilisce come recapito per entrambi la Canonica di Fontane.»


Le operazioni militari per la liberazione della città di Treviso hanno inizio ufficialmente 
Sabato 28 aprile 1945 alle ore 18
Questo l'ordine del comando militare partigiano della piazza di Treviso

Treviso 28 aprile 1945 - Ordine alle forze partigiane di occupare la città

Firme di Ennio Caporizzi ["Gerardi"], comandante militare della Piazza [PCI], 

Umberto Romagnoli ["Carini"], vice comandante  della Piazza [DC], 

Guido Tonello ["Turno"], Capo di Stato Maggiore [Giustizia e Libertà],

Pasquale Ricapito ["Leto"] (Inviato del Comando Generale Alta Italia). 

Archivio Istresco (Aistresco), ID 556, b.49, fondo CNL, fasc. Verbali CNL originali



COMANDO MILITARE DELLA PIAZZA DI TREVISO

z.o. [zona operazioni] ore 16,20 del 28.4.45

ORDINO: ai Comandanti di Settore di attuare il previsto piano di occupazione (P.O.1); ciascuno secondo le direttive ricevute.
In particolare dispongo che:
1° Siano subito occupati il capoluogo di provincia e mandamento, tenendo presente che gli edifici pubblici, gli impianti di pubblica utilità, tutti i magazzini e depositi viveri devono essere ad ogni costo difesi e conservati.
2° Si disarmino tutti gli appartenenti alle disciolte forze armate nazifasciste, avviandone tutti i componenti in separati campi di concentramento; 
3° Si blocchino tutte le strade che conducono alla montagna onde impedire la fuga dei nazifascisti, con particolare riguardo ai criminali di guerra;
4° Si sequestrino e si tengano a disposizione del Comando Piazza tutti gli automezzi del nemico;
5° I comandanti di settore mi terranno informato dello sviluppo delle operazioni.
6° L'occupazione deve avere inizio alle ore 18 dello stesso giorno.


II COMANDANTE MILITARE DELLA PIAZZA
                                                                                                                Ennio Caporizzi (3)


IL V. COMANDANTE MILITARE DELLA PIAZZA
Romagnoli Umberto

IL CAPO DI STATO MAGGIORE
Guido Tonello

L'INVIATO DE [L] COMANDO GENERALE ALTA ITALIA
Ricapito Pasquale (4)

                             


La sera precedente, 27 aprile 1945, era stato emanato a Padova l'ordine di insurrezione generale
da parte del Comando Militare Regionale Veneto del CLN, a firma di "Pizzoni" (gen. Sabatino Galli)

L'ordine d'insurrezione emanato a Padova il 27 aprile 1945 dal
Comando Militare Regionale Veneto del Corpo Volontari della Libertà
.
Comandante: gen. Sabatino Galli "Pizzoni".

Archivio Istresco (Aistresco), ID 556, b.49, fondo CNL, fasc. Verbali CNL originali

NOTA

(1) Fausto Schiavetto, Intervista ad Enrico Opocher ed altri scritti e ricerche sulla Resistenza Veneta, 1997, pp. 163-199. Le due citazioni sono a p. 116 e a p. 185.
Il volume, stampato a cura dell'autore, "ricercatore dell'Università di Padova, Facoltà di Scienze Politiche, Istituto di Studi Storici", è disponibile in copia autografata presso la biblioteca dell'Istresco.
(2) Marco Borghi, Dopo la guerra. Politica, amministrazione e società nei verbali del CLN provinciale trevigiano (26 aprile 1945 - 27 giugno 1946), 1997, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nella Marca Trevigiana - Cierre.
(3) Il nome di battaglia di Caporizzi risulta "Gerardi" (p. 678 Istresco, Diari storici...) o "Gerardo Ruggero" (nell'Atto costitutivo del Comando Piazza di Treviso, in Schiavetto, 1997, pp. 163-165)
(4) Su Pasquale Ricapito, comandante della missione alleata "Aurora" operante nel 1944 dapprima nella zona di Modena e poi a Milano, vedi in Bibliografiala relazione di Enzo Boeri (capo del Servizio Informazioni del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà).

LIBERAZIONE DI TREVISO: 29 APRILE 1945 - I partigiani entrano nel capoluogo e il Cln assume il governo di città e provincia

Liberazione di Treviso, 29 aprile 1945 
Già il 27 aprile una squadra di 60 uomini del battaglione Bruno Chiarello (Brigata "Gobbato" di Giustizia e Libertà) era entrata a Treviso «ore 7,45, prima assoluta» come scrive con orgoglio il suo comandante Arturo Mattiazzi che «armato di Sten con due uomini armati di Pistola ha catturato un'autoblinda, una corriera Croce Rossa e una moto furgoncino. Ha disarmato una 40 di tedeschi facendoli prigionieri. Sono stati recuperati armi, bagagli che vennero distribuiti ad altri 
patrioti».(1)
Ma l'occupazione/liberazione definitiva della città avvenne due giorni più tardi, il 29 aprile 1945, come sintetizza nella sua relazione il Comando militare regionale del CLN (con tutta l'inevitabile retorica del caso e l'asettica conta finale di morti e feriti propria di ogni guerra, partigiana o no):

«PIAZZA DI TREVISO - Il comando piazza, come è noto, aveva suddiviso il territorio del capoluogo e mandamento in tre settori operativi. Tutte le forze comprese in ciascun settore erano agli ordini di un unico comandante.
Già nei giorni 27-28 aprile, qualche pattuglia era riuscita a penetrare in città e a catturare prigionieri, armi e munizioni.
L'ordine di attacco al capoluogo viene dato alle ore 18 del giorno 28 aprile, e cioè non appena le brigate comunicano di aver provveduto alla definitiva occupazione di tutto il territorio mandamentale.
Le fasi di avvicinamento dai tre settori operativi, svoltesi su sei direttrici di marcia, hanno inizio durante la notte sul 29. Le colonne però debbono attestarsi fuori delle mura, perché taluni elementi vengono arrestati dall'ostinata e fanatica resistenza  di nuclei avversari asserragliati alla fonderia, alla caserma Salsa di S. Maria del Rovere, a Silea e alle Corti, dove si trovano schierate batterie c.a. [contraeree] da 88/mm. e mitragliere da 20 mm.
Senonchè nelle prime ore del 29 aprile i nazi-fascisti, sebbene ancora fortemente trincerati e bene armati, non riescono a frenare lo slancio delle formazioni patriottiche che penetrano nell'interno della città ed eliminano ogni resistenza, impedendo altresì al nemico la realizzazione dei previsti piani di distruzione delle opere d'arte e degli obiettivi di carattere militare ed industriale.
Il comando piazza prende subito possesso della prefettura, fa presidiare i servizi pubblici tutti in completa efficienza, sicchè la città, qualche ora dopo, assume l'aspetto normale.
Nel mattino del 29 [aprile 1945], l'occupazione dell'intero capoluogo [TREVISO] può ritenersi ultimata e formazioni partigiane vengono dislocate lungo le mura periferiche col compito di sorvegliare i varchi delle stesse, che i nazi-fascisti non erano riusciti a distruggere, sebbene minati in precedenza. L'occupazione di tali posizioni consente di controllare la circonvallazione esterna e le arterie nazionali per Belluno, Udine e Trieste e quelle provenienti da Venezia-Padova e Vicenza.
Numerosi tentativi compiuti dall'avversario per avere libero transito su dette strade vengono di volta in volta frustrati dall'immediato ed efficace intervento di armi automatiche abilmente schierate, e dallo spirito aggressivo delle formazioni che assaltano le numerose colonne in transito, catturando molti prigionieri, automezzi, armi e munizioni.
Nel frattempo, a mezzo staffette, il comando alleato viene avvertito dell'avvenuta liberazione della città. Però le prime punte corazzate alleate fanno il loro ingresso il mattino del giorno successivo, dovunque accolte dal vibrante entusiasmo della cittadinanza accorsa e delle valorose formazioni patriottiche.
Le formazioni dipendenti dal comando piazza hanno avuto le seguenti perdite:
- uomini fuori combattimento n° 73, di cui 36 morti.
L'avversario ha subito le seguenti perdite:
- morti e feriti n° 484
- prigionieri n° 7.884 ». (2)

NOTE

(1) Battaglione "Bruno Chiarello", Relazione del comandante Mattiazzi Arturo e del vice comandante Perissinotto Quinto. (Aistresco, Caporizzi, 008 - 97 - Gruppo Brigate Giustizia e Libertà, sf. Brigata Pietro Gobbato).
(2) C.L.N. Corpo Volontari della Libertà, Comando Militare Regionale Veneto, Azioni militari del periodo insurrezionale che hanno condotto alla liberazione del Veneto, [Padova, 15 agosto 1945]. (Aistresco, CNL - 053 - 579 - fasc. Azioni militari del periodo insurrezionale).


CLN - Veneto - Treviso - Liberazione dai fascisti - 
Liberazione di Treviso. Il manifesto del CLN con i nomi
dei nuovi amministratori. Datato 28 aprile 1945
inizierà a diventare esecutivo il giorno dopo.

29 aprile 1945 - Treviso

Trascrizione



Il Comitato di Liberazione Nazionale di Treviso
espressione unitaria delle forze che hanno collaborato alla lotta di Liberazione Nazionale
per volontà ed azione di Popolo
In forza del mandato conferito dal Governo Democratico Italiano al Comitato di Liberazione Nazionale per l'Alta Italia, rappresentante legittimo del Governo stesso e come tale riconosciuto dalle Autorità alleate
assume tutti i poteri di amministrazione e di governo
nel territorio della provincia di Treviso.

D E C R E T A

Art. 1. - In attesa di una libera consultazione popolare e delle ulteriori disposizioni di legge del Governo Democratico Italiano, tutti i poteri di amministrazione e di governo vengono esercitati attraverso gli organi e le persone all'uopo designate, dal C. L. N. provinciale allargato con la partecipazione dei rappresentanti dei Volontari della Libertà, delle Organizzazioni Sindacali, Contadine, Professionali, Femminili, Giovanili che hanno partecipato alla lotta di liberazione, nonché alle principali categorie economiche della zona.

Art. 2.- Il C. L. N. come sopra costituito assume funzioni di Giunta provvisoria di Governo ed è composto dai sigg.

Costantini Avv. Antonio - per il Partito Socialista di Unità Proletaria
Dal Pozzo Piero - per il Partito Comunista
Marton Rag. Bruno - per il Partito Democratico Cristiano
Opocher Prof. Enrico, junior  - per il Partito d'Azione
Pizzinato Dott. Urbano - per il Partito Cristiano Sociale
Semini Dott. Carlo Ettore - per il Partito Liberale

Art. 3. - I membri della Giunta designati in qualità di Rappresentanti di organizzazioni di massa o di categorie economiche, dovranno al più presto essere sottoposti a convalida da parte delle assemblee democratiche di dette organizzazioni e categorie.

Art. 4. - Il Commissario della Provincia, che risponde della sua azione alla Giunta Provinciale di Governo, è designato dal C. L. N. provinciale nella persona del sig.
Ramanzini Avv. Leopoldo del Partito d'Azione. 
Egli è assistito da due vice commissari designati nelle persone dei sigg.
Galletti Rag. Arturo del Partito Socialista Unità Proletaria
Sartor Avv. Domenico del Partito Democratico Cristiano

Art. 5. - L'Amministrazione della Provincia è affidata alla Deputazione Provinciale e i componenti sono designati nelle persone dei sigg.

Basso Dr. Guido - Professionista, per il Partito d'Azione
Bossum Avv. Alberto - Professionista, per il Partito Comunista
Candiani Arch. Luigi - Professionista, per il Partito Cristiano Sociale
Colles Antonio - Artigiano, per il Partito Comunista
Corbolante Rag. Francesco - Assicuratore, per il Partito Liberale
De Marchi Giuseppe - Commerciante, per il Partito Liberale
Ferraresi Umberto - Impiegato, per il Partito Socialista
Gallina Dr. Elio - Professionista, per il Partito d'Azione
Paludetti Prof. Giuseppe - Insegnante, per il Partito Democratico Cristiano
Pantaleoni Avv. Clemente - Professionista, per il Partito Democratico Cristiano
Perusini Arch. Cesare - Professionista, per il Partito Cristiano Sociale
Zavan Giuseppe - ex Ferroviere, per il Partito Socialista

Art. 6. - Il Capo della Polizia è designato dal C. L. Provinciale, nella persona del sig. Benedetti Avv. Vittorio del Partito Liberale. Egli è assistito da un Vice Capo della Polizia designato nella persona del sig. Bitto Pietro Volontario della Libertà.

Art. 7. - Il Sindaco del Comune di Treviso è designato nella persona del sig. Ghidetti Vittorio del Partito Comunista. Egli è assistito da due Pro Sindaci, designati nelle persone dei sigg. Ferracin Geom. Mario del Partito Democratico Cristiano - Fassetta Carlo del Partito Socialista e dalla Giunta Popolare di Amministrazione così composta:
Agnoletto Pietro - Fotografo, per il Partito Cristiano Sociale
Barbon Emilio - Operaio, per il Partito Socialista,
Bertelli Leopoldo - Impiegato, per il Partito Comunista
Brunelli Enrico - Commerciante, per il Partito Socialista
Cursi Avv. Alfredo - Professionista, per il Partito Democratico Cristiano
Furlan Rag. Ivo - Impiegato, per il Partito d'Azione
Gregori Avv. Mario - Professionista, per il Partito Liberale
Malgoni Giuseppina - Impiegata, per il Partito Comunista
Masini Antonio - Impiegato, per il Partito Cristiano Sociale
Pavan Prof. Antonio - Insegnante, per il Partito Democratico Cristiano
Trentin Dott. Bruno - Professionista, per il Partito d'Azione
Zaramella Dr. Ugo - Dirigente, per il Partito Liberale

Art. 8. - Tutte le Forze Armate del regime Nazi-fascista sono sciolte. Gli appartenenti alle disciolte Forze Armate del passato regime sono tenuti, sotto pena di morte, a presentarsi per la consegna delle armi e dell'equipaggiamento al Comando dei Volontari della Libertà.

Art. 9. - Tutte le Forze Armate Nazionali della Provincia passano agli ordini del C. L. N.  e per esso del Comando dei Volontari della Libertà, ai fini della continuazione della guerra di liberazione a fianco degli Alleati, in accordo col Comando stesso e con l'ausilio delle Forze Armate che questo porrà a loro disposizione, fondandosi sul senso del civismo e sulla collaborazione di tutto il popolo, il Commissario Provinciale e il Capo della Polizia cureranno il più rigoroso mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico.

Art. 10. - Una Commissione di Giustizia è istituita presso questa Giunta, per assicurare la rapida epurazione della vita sociale dai residui del passato regime di corruzione e di tradimento, per la punizione esemplare dei criminali di guerra e di quanti si sono resi complici della barbarie e dell'oppressione nemica. I componenti di tale Commissione sono designati nelle persone dei sigg.
Costantini Emilio, del Partito Socialista,
Pasetti Avv. Giuseppe, del Partito d'Azione
Piazza Dr. Leonida, del Partito Cristiano Sociale
Rigobon Avv. Ettore, del Partito Comunista
Vanin Avv. Abramo, del Partito Democratico Cristiano


IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Costantini Avv. Antonio
Dal Pozzo Piero
Marton Rag. Bruno
Opocher Prof. Enrico junior
Pizzinato Dott. Urbano
Semini Dott. Carlo Ettore

Treviso, 28 Aprile 1945



                                          



29 aprile 1945 - Verbale del Comitato di Liberazione Nazionale di Treviso


29 aprile 1945, Treviso - Verbale (parziale) della seduta del CLNP.
(Aistresco, ID 556, N. Inv. 049, fasc. Verbali CNL originali).
Pubblicato e commentato in M. Borghi, Dopo la guerra..., pp. 85-86.


Trascrizione completa del verbale del 29 aprile 1945


Municipio : È stato disposto immediatamente l'insediamento del sindaco e di due prosindaci. Essendo tuttora assente il sindaco Vittorio Ghidetti [1] viene deciso all'unanimità che il Partito Comunista designa in sua sostituzione temporanea il rappresentante del Partito stesso in seno al Comitato Dal Pozzo Pietro che viene affiancato come prosindaco ai due prosindaci già esistenti.
Polizia : Si decide l'immediato insediamento dei nuovi organi di polizia che prenderanno sede presso l'ex Federazione fascista.
Vista poi la necessità di affiancare al nuovo Capo della Polizia alcuni elementi di particolare competenza tecnica della cessata Questura che mai si sono compromessi col Fascismo vengono proposti ed accettati i nominativi del Dott. Eugenio Accongiagioco [2] e il maresciallo Giusto Biondolillo.
Tale affiancamento avrà, per il momento, carattere solamente temporaneo.
Commissione di Giustizia: Il C.L.N. dispone all’unanimità per l’immediato insediamento di tale Commissione sotto la data del 30 aprile.
Ufficio Stampa : Si decide la costituzione di tale Ufficio che farà capo al sig. Tommaselli [recte Tomaselli] Rag. Gino mai iscritto al P.F.
Ufficio assistenza prigionieri reduci dalla Germania : Viene costituito tale ufficio con le seguenti persone:
Colonnello Possagno - Signor Mandò - Sig. Vazzoler Erno - ed un delegato del clero che verrà designato da Mons. Vescovo [3].
Il Capo di tale ufficio sarà scelto dagli stessi componenti dell’ufficio stesso.
Caso Banca d'Italia : - Il CLN presa cognizione che l'ex capo fascista della Provincia Francesco Bellini si è fatto consegnare arbitrariamente e con minacce l'ingente somma di 90 milioni dal Direttore della Banca d'Italia, su una richiesta di 300 milioni, decide di segnalare al Questore quanto sopra per i provvedimenti di competenza.
Decide inoltre di rendere pubblico il fatto a mezzo stampa.
Deputazione provinciale : Data l'assenza temporanea del Presidente [4] di tale Deputazione si decide di avvenire all'immediato insediamento della Deputazione stessa da parte dei due vicepresidenti.
Commissione Economica : Verrà regolarmente insediata domani 30 corrente.
Versamento denaro  : Si accetta, tramite Mons. Vescovo il versamento della somma di Lire 2.102.095 = (due milioni centoduemilanovantacinque) versate dai sigg. Colombo Antonio e Panno Armando per incarico del tenente Tibaldi Raffaele [5].
Ospedale : Si decide all'unanimità che l'Ospedale civile trasporti la sua sede da Casier all'attuale Ospedale militare a S. Maria di Caffoncello.
Sospensione riscossione fondi per il CLN e per i Volontari della Libertà : Si decide di far un comunicato sulla cessazione della riscossione dei fondi per la lotta di liberazione.
Costituzione Comitati mandamentali : Viene dato mandato alla commissione per la costituzione e i collegamenti coi Comitati mandamentali di iniziare al più presto la sua attività. Tale commissione è così composta: sig. Perraro Bruno - sig. Rossetti Luigi - Sig. Fabbro Attilio e Righetti Nino [6].
Canale della Vittoria : Alla direzione di tale ente viene designato l’ing. Monterumici.
Direzione degli Ospedali civile e militare: Viene deciso che il prof. Pennati attuale direttore dell’Ospedale civile continui a ricoprire tale incarico.
Per l’Ospedale militare viene designato come direttore il dott. Antonio Gardellin [7].


Note


[1] Vittorio Ghidetti si trovava ricoverato a Merano per la malattia (tifo) che lo aveva colpito durante la permanenza al campo di concentramento di Bolzano dove si trovava in attesa di essere deportato in Germania. Rimase a Merano fino all'8 maggio 1945, (AIVSR, Il Sez., b. 210, fasc. Cesare Benedetti; Ivo Dalla Costa, Pietro Dal Pozzo, cit., p. 140). Appena dimesso, Ghidetti prenderà il suo posto di sindaco di Treviso a tutti gli effetti.
Nella sua qualità di sindaco, il 27 maggio 1945 Ghidetti rilascerà una lunga intervista al primo numero di Rinascita, Organo del Cln di Treviso.
[2] Una dichiarazione del CLNP sulle “benemerenze” di Acconciagioco in AIVSR [Archivio dell’Istituto Veneto per la Storia della Resistenza - Padova], II Sez., b. 203, sfasc. Questura; nel luglio 1946 il nome di Accongiagioco [in Borghi è scritto Acconciagioco] figurerà in un elenco di agenti che avevano giurato fedeltà alla Rsi, cfr. Giuramento di fedeltà alla R.S.I., in “Patrioti della Marca”, I, n. 2 (18 luglio 1946).
[3] Era stato il rappresentante della DC a proporre nella seduta del 18 aprile 1945 l’immediato aiuto ai reduci dalla Germania, cfr. Verbale della seduta del 18 aprile 1945. La Chiesa si prodigò immediatamente nell’opera di soccorso e di sostegno per i reduci e per gli ex-internati rientrati dalla Germania, lo stesso vescovo Mantiero si recò personalmente al Brennero per prestare l’assistenza spirituale; dal 25 maggio al 31 agosto 1945 la Curia trevigiana effettuò tra Bolzano e Pescantina, dove vi era un campo di accoglienza, 150 viaggi trasportando 6.500 internati, ASTv, Prefettura. Divisione 5. Assistenza, b. 1814, fasc. Anno 1946. Reduci, Relazione sull’attività svolta dalle opere di carità del Vescovo all’Ufficio Assistenza Postbellica, Treviso 7 settembre 1945, Mons. Enrico Pozzobon. [...]
[4] Il socialista Antonio Mazza
[5] La somma venne destinata al CVL, AIVSR, II Sez., b. 195, fasc. Comando Piazza, Antonio Costantini, Treviso 26 febbraio 1946.
[6] Successivamente venne estesa con l’immissione di altri membri; tra gli altri si alternarono: Guido Dalla Rosa, Carlo Romoli, Abramo Vanin, Alessandro Ceroni, Arduino Agnoletto, Giuseppe Martellone, Cirillo Boccaliero, Angelo Froelich.
[7] Antonio Gardellin, classe 1897, iscritto al Partito Repubblicano collaborò con il movimento clandestino dal settembre 1944 all’aprile 1945, AIVSR, II Sez., b. 195, fasc. Ufficio Patrioti, Riconoscimento patrioti. Elenco degli iscritti del Partito Repubblicano, Treviso 31 luglio 1945.

PS - La trascrizione completa del verbale CLN trevigiano del 29.4.1945 e le note sono tratte da Marco Borghi,  Dopo la guerra. Politica, amministrazione e società nei verbali del CLN [...] , pp. 85-87.




                                  


Maggio 1945 - Treviso: la prima giunta comunale dopo la Liberazione
(Da "Treviso Liberata", Organo del CLN di Treviso, 
n. 2, 18 maggio 1945, Archivio Istresco, b. 26)


                                  


Enrico Opocher: un ricordo di quel giorno

... Da Ponzano , dove si riuniva clandestinamente il CLN «abbiamo fatto il nostro ingresso a Treviso, in bicicletta [...], e abbiamo preso possesso del Palazzo del Governo. Non le parlo di tanti episodi perché sarebbe troppo lungo; ma sono stati molto istruttivi per vedere la povertà morale della gente. Quando ci siamo installati nel palazzo del Governo [...] una piccola folla si è raccolta intorno ed ha incominciato ad applaudire:
"Viva la libertà" eccetera.    
Abbiamo scoperto che in questa piccola folla c'erano alcuni notissimi fascisti che applaudivano col fazzoletto rosso al collo (ride). Era una cosa talmente vergognosa, che Ramanzini, l'avvocato Ramanzini, che era il prefetto della Liberazione, uno di questi l'ha fatto arrestare immediatamente. Era veramente una sfida intollerabile.»
(Fausto Schiavetto, Intervista ad Enrico Opocher 
ed altri scritti e ricerche sulla Resistenza Veneta, Padova, 1997, pp. 93-94).



                                  

Tre manifesti pubblicati a Treviso 
nella storica giornata del 29 aprile 1945



Liberazione del Veneto, Treviso 1945 - 
29 aprile 1945, Omaggio della nuova Amministrazione comunale
di Treviso 
ai partigiani, "questi umili e grandi Eroi".


Trascrizione

Comune di Treviso 
TREVIGIANI 
Questa mattina i Patrioti sono entrati in Treviso ed hanno issato nelle nostre piazze la bandiera della libertà, quella libertà che il giogo fascista ci aveva lungamente compressa e negata. 
TREVIGIANI! 
I Patrioti, questi umili e grandi Eroi, che anche nelle ore più dolorose per la Patria nostra mai hanno dubitato, hanno vinto più con la forza della loro indomita fede, che con la forza delle armi. 
Tributiamo a Loro, in questo giorno radioso per Treviso, riconoscenza ed ammirazione. Inchiniamo con grande amore la nostra bandiera ai Loro eroici Caduti e dai nostri petti erompa l’esultante grido di gioia: 
 Viva l’Italia libera! – Viva i Patrioti! 
 Dal Palazzo Comunale, 29 Aprile 1945 
 L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE 

CLN - Veneto - Liberazione di Treviso dai fascisti e dai tedeschi: 29 aprile 1945 - Resistenza -
Manifesto programmatico della nuova amministrazione
comunale di Treviso, espressa dal C.L.N. 
«in  attesa
della consultazione popolare, che dovrà essere finalmente
la libera espressione della vostra volontà
».

Liberazione di Treviso dai fascisti e dai tedeschi: 29 aprile 1945 - Manifesto del CLN
Il Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Treviso
"al Popolo della Marca Trevigiana".


Trascrizione

Comitato di Liberazione Nazionale

per la Provincia di Treviso 


Popolo della Marca Trevigiana!

Dopo vent’anni di oppressione e venti mesi di sanguinosa dominazione nazi–fascista la libertà torna

finalmente a risplendere in questa nostra gloriosa e martoriata Provincia come in tutta Italia.

In questo storico momento il nostro pensiero deve in primo luogo rivolgersi ai nostri eroici morti

che col sacrificio della loro vita hanno reso possibile questo giorno radioso e a tutti coloro che hanno

combattuto e sofferto per la causa d’Italia.

Nel loro nome dobbiamo iniziare l’immane opera di ricostruzione che ridarà al popolo italiano

che ha tanto sofferto, Libertà, Pace, Giustizia.

Il C.L.N. della provincia di Treviso nell’assumere le funzioni di Governo invita la popolazione

alla massima osservanza delle disposizioni che verranno emanate. Il valoroso Corpo dei volontari della Libertà ha incarico della tutela dell’ordine pubblico.

Viva l’Italia Libera!

Treviso, 29 Aprile 1945

Il Comitato di Liberazione Nazionale



I tre manifesti sono riportati in Treviso Liberata - Numero unico del Comitato di Liberazione Nazionale pubblicato il 30 aprile 1945. (Copia conservata nell'Archivio dell'Istresco, b. inv. 26)



                           


Il presidente del consiglio Ferruccio Parri con il prefetto Leopoldo Ramanzini (a dx.) durante la sua visita a Treviso,
nel novembre 1945. La cronaca della visita è riportata sul Gazzettino di mercoledì 14 novembre 1945.
Dietro a Parri, con i baffi, il primo sindaco di Treviso dopo la Liberazione, il comunista Vittorio Ghidetti, nominato dal CLN e in carica dal 28.4.1945 al 31.3.1946. (Dalla copertina di Marco Borghi ''Dopo la guerra ... verbali CLN'' ... 1997).