giovedì 5 luglio 2018

Lo storico Antonio Serena e l’impiccator cortese

Abbiamo visto in altro post la ricostruzione, da parte dei parroci di Onigo e Cornuda, delle impiccagioni dei sette partigiani avvenute il 25 settembre 1944 nelle loro parrocchie.
Vediamo ora cosa scrive su quella tragica giornata lo storico di Cornuda Antonio Serena.
Nelle tredici pagine di testo di " I fantasmi del Cansiglio" , più cinque di fittissime note [1], riservate alla situazione in paese durante la Resistenza (pardon , la guerra civile), agli impiccati del ‘44 sono dedicate 14 righe (alle pagine 102-103), che trascrivo:
«Il 25 settembre, in seguito al rastrellamento del Grappa, vengono impiccati in piazza Marconi il ventenne Luigi Camazzola di Romano d’Ezzelino, civile, e Attilio Fondrini, partigiano originario di Olmo al Brembo, Bergamo; in via Roma, davanti all’attuale municipio, il civile diciottenne Giocondo Zilio e nel piazzale della stazione un giovane ignoto. Camazzola e Fondrini sono uccisi sotto il balcone di una casa [2]. "Richiamata da insoliti rumori", testimoniò anni fa Cesarina Boiso, "mi affacciai in strada dalla porta che dava su piazza Marconi, intuendo subito cosa stava avvenendo. Chiesi allora spiegazioni ad un uomo che sembrava il capo invitandolo ad allontanarsi dalla nostra casa, ma venni cortesemente invitata a chiudere la porta e a rientrare in casa"».
Considerazioni sulla testimonianza di Cesarina Boiso
Ma chi è Cesarina Boiso che, con molto acume, nel pomeriggio del 25 settembre 1944 intuisce cosa sta avvenendo davanti alla porta di casa sua? si chiederà il lettore, e me lo son chiesto anch’io.
In teoria uno storico, specie uno con tre lauree più una specializzazione in Storia contemporanea [3], dovrebbe sentire l’esigenza di esporre con chiarezza le generalità complete (data di nascita, mestiere, posizione politica, motivo della presenza in loco) di una testimone tanto importante, che - unica - parla degli impiccatori fascisti come di persone che si comportano cortesemente.
Per questo ho guardato con viva curiosità cosa fosse scritto nella nota 58 (a pagina 249) cui, correttamente, Serena rimanda alla fine della testimonianza della Boiso. Ma con grande delusione, fra il profluvio di parole scritte nelle trentatre righe corpo otto della nota 58, di questa Boiso si trova nuovamente riportato solo il nome e cognome, e nulla più. Mistero.

Antonio Serena, I Fantasmi del Cansiglio... Collage del testo pp.102-103
e della nota 58 dedicati ai quattro partigiani impiccati il 25.9.1944 a Cornuda.

Per conoscere la figura della Boiso, dovrò forse andare dall’avvocato Giovanni Adami, via Morpurgo 34, Udine, oppure, dio non voglia, dall’avvocato Lorenzo Borrè, via Germanico 107, Roma, dove, con modalità invero eccentriche, lo storico di Cornuda, trilaureato e specializzato, invita a recarsi «chiunque, per motivate ragioni, intenda risalire alle complete identità dei testimoni citati in questo libro con le sole iniziali»? Perché è pur vero che Cesarina Boiso è citata con il suo intero nome e cognome, ma per una persona che non abita a Cornuda (e possibilmente da almeno una cinquantina d’anni), quel nome e quel cognome non dicono nulla.
Antonio Serena nella sua prima foto
ufficiale da senatore della Repubblica.
(Gruppo Lega Nord, 1992-1994)
Per fortuna c’è internet, e nel sito della Filanda Serena l’arcano viene finalmente svelato.
Cesarina Boiso altri non è che la moglie di Gino Serena (1898-1971, iscritto al P.N.F. dal 20.12.1920), componente della squadra d’azione “Montello”,  titolare dell’ambita qualifica di squadrista[4], cavaliere e padre del parlamentare della repubblica italiana per quattro mandati fra senato e camera Antonio Serena, l’autore del libro.
Il percorso è stato un po’ tortuoso, ma alla fine ho capito perché la moglie di uno squadrista possa aver trovato cortese il comportamento di chi si accingeva a impiccare due partigiani.


Note

[1] I fantasmi del Cansiglio, Eccidi partigiani nel Trevigiano, … , pp. 102-115 - testo; pp. 249-254 - note.
[2] La casa, per la precisione, era quella della famiglia Serena (dell’omonima filanda cornudese), come segnalato da una lapide posta nel lato ovest dell’edificio.
[3] Dalla biografia posta in IV di copertina di I fantasmi del Cansiglio : eccidi Partigiani nel Trevigiano 1944-1945 leggiamo: «Antonio Serena è nato e risiede in Veneto. Giornalista e scrittore, già docente di Civiltà francese nei licei e parlamentare di quarta legislatura, coordina attualmente la rassegna stampa on line “liberaopinione”. Laureato in Lingue e letterature straniere [1], in Lettere moderne [2] e in Storia [3], si è specializzato in Storia contemporanea [4] all’Università di Urbino. […]».


Testo della lapide posata nel 150° anniversario dell'unità d'Italia:
«Questa casa fu dimora del / dott. Antonio Serena e del cav. Gino Serena /
(1843 - 1920)     (1898 - 1971) / fondatore e conduttore della / "Filanda Serena" / (1881-1955) /
fonte di lavoro e orgoglio / per la comunità di Cornuda / 1861-2011».
Ad un poggiolo di questa casa (nel frattempo ingrandita), il 25 settembre 1944 
furono impiccati dai fascisti 
due partigiani durante il rastrellamento nazifascista del Grappa.
(Foto di Camillo Pavan, 30 giugno 2018)