TRASCRIZIONE
«- Durante la resistenza c’è stato qualche episodio, qua a Fiera, che
lei ricordi?
lei ricordi?
C’erano anche quelli del CLN che si riunivano.
- Qui a Fiera?
A Fiera, sì.
- In che casa si trovavano?
Proprio sulla via Alzaia, dai fratelli Caldato.[Gildo “Fiera” e Marcello “Sauro”].
Avevo le armi anch’io, qua, sempre, ma non le hanno mai trovate. Non le hanno mai trovate - avevo una pistola Berretta e anche due fucili - perché c’era una vite qui fuori e io, sopra i pali della vite che era di traverso, mettevo i fucili. C’erano le foglie e non vedevano niente.
- D’estate no, ma d’inverno…
Mi dispiace dirlo, perché se ci tocca ancora averne bisogno lo vengono a sapere.
- Beh, ormai è passata. Si spera che non capiti più.
Eh ben, non stia… taccia…
Avevamo i bambini piccoli, perché ero giovane e - mi scuso - quando facevano la cacca mettevo i pannolini sul lampor [il lavatoio]. La mettevo scoperta, e sotto c’erano le armi. Non andavano mica toccare là! El lampor
era là [proprio davanti casa] e lasciavo apposta tutta la biancheria sporca e loro non andavano a guardare, perché c’era la cacca. Le pensavo tutte, insomma.
era là [proprio davanti casa] e lasciavo apposta tutta la biancheria sporca e loro non andavano a guardare, perché c’era la cacca. Le pensavo tutte, insomma.
01:25 - Dai fratelli Caldato…
… si riuniva il CLN.
- Qua della zona? Di che gruppo era, come si può chiamarlo, perché io non è che conosca molto.
I gruppi … avevamo la Nannetti [sul Cansiglio] e qua c’era il centro [di smistamento] dove mandavano i ragazzi che dovevano andar via.
- I fascisti hanno fatto malanni, in quei due anni dal 1943 al ’45? Hanno fatto altre [incursioni … il riferimento è a quelle del 1921 e del 1924 di cui avevamo parlato in altra parte dell’intervista]? Non sono più venuti qua a fare perlustrazioni?
No, non hanno mai trovato da poter…
Solo che uno della polizia, dell’OVRA, che era la polizia più terribile che ci fosse … avevano mandato qua uno che mi diceva di essere tedesco. Ho capito subito l’antifona. Diceva che era partigiano, che qua e che là, che gli occorreva questo e quello. “Prendi, prendi”, gli dico, “ho cento lire, te le do”, pur di mandarlo via.
Ma ero sicura della sua vera identità. In casa c’erano dei ragazzi, uno dei quali era mio nipote. “Tosati”, gli ho detto, “scappate subito questa notte, perché domani vengono a prendervi”. E infatti il giorno dopo erano qua.
“Scappate tutti, non state qua neanche più un minuto!” Sono andati via e hanno raggiunto la Nannetti, che era a Vittorio Veneto e dopo hanno operato nelle nostre montagne.
02:59 - Non ci sono stati scontri a Fiera?
C’è stato che hanno preso due ragazzini, che avevano uno sedici e uno diciassette anni: li hanno portati in Cornarotta [sede della Federazione Fascista Repubblicana di Treviso] perché volevano che dicessero i nomi dei
partigiani, ma i ragazzini non li conoscevano.
partigiani, ma i ragazzini non li conoscevano.
- Chi erano questi ragazzini?
Uno era Caramel…
- Sono ancora vivi?
Sì, sono andati in America.
Li hanno portati in federazione e li hanno bastonati. Poi la sorella di uno dei due (che brava! … è ancora iscritta al partito comunista), è andata a prenderselo. L’ha trovato che era tutto “guasto”, l’avevano bastonato e poi lasciato là senza curarlo.
04:01 - Hanno ammazzato qualcuno di Fiera?
No. Sono stati bastonati, molto. Erano due partigiani e, di fronte ai genitori, gli hanno dato tante di quelle botte! Uno era Elio Fregonese, che ne ha prese tante… è stato anche onorevole [del PCI] e dopo c’era Toni [Antonio] Zanin, e un altro. Li hanno bastonati tutta la notte. Hanno lasciato andare Toni Zanin, invece Elio Fregonese l’hanno portato in caserma; poi è scappato ed è andato con i partigiani.
04:43 - Parlando con quelli di Casier, con tante persone, mi dicevano che
ogni tanto arrivavano sul Sile dei morti. È vero o no?
ogni tanto arrivavano sul Sile dei morti. È vero o no?
Eh, mamma mia, era tutti legati così, in croce! Quando c’era un tedesco li ammazzava, quelli che trovava in quel momento li sequestrava e li ammazzava.
- Anche fascisti c’erano, però, obiettivamente che venivano buttati dentro al Sile, non solo comunisti.
Eh sì, anche loro, anche loro.
- Era una lotta accanita…
(Figlio) Quello è il brutto della guerra civile.
(Resi) Perché quei ragazzi erano fascisti, quegli altri erano con i partigiani. Erano tutti ragazzi, poverini … ammazzarsi così!
E poi, aspetta, che proprio poco prima della Liberazione li hanno ammazzati, che c’è il cippo a Silea. Là ne hanno scaricati non so quanti, poverini. Ce n’erano da Casale, da Casier, da… C’è ancora il cippo.
- Dov’è.
A Silea, alla chiesa della Madonna della Salute. Li hanno scaricati così come si butta giù la ghiaia con il camion, e li hanno ammazzati.
06:10 I nostri invece, nei giorni della Liberazione, ne hanno ammazzati nove. Sono a Villorba. Cfr. https://resistenza-treviso.blogspot.com/2018/03/partigiani.fucilati.villorba.html
- I vostri come?
I nostri del luogo [di Fiera].
- Come mai?
Perché questi ragazzi, nell’entusiasmo che la guerra stava per finire, volevano ancora fare un’azione contro i tedeschi. Fare qualcosa che restasse, che loro si sentivano di…
Ma hanno trovato i tedeschi che li hanno messi sulla canonica. Quel prete là non è mica andato avvisare nessuno eh!, poteva mandare qualcuno [a contattare i partigiani]. E là il giorno dopo li hanno ammazzati, e noi andiamo a Villorba ogni anno per la commemorazione.
(Figlio) Al cimitero…
(Resi) … di Villorba: proprio sulla mura del cimitero. Sulla mura, sulle
pietre ci sono ancora tutti i buchi delle pallottole, li hanno lasciati là.
pietre ci sono ancora tutti i buchi delle pallottole, li hanno lasciati là.
Li hanno ammazzati tutti e la Resi [Piovesan] e un’altra donna li hanno lavati e preparati, perché, poverini, ce n’era uno che era messo tutto di traverso così…
Li hanno lavati, preparati e messi sulla cassa per portarli nel cimitero.
Li hanno lavati, preparati e messi sulla cassa per portarli nel cimitero.
Il cippo all'esterno del cimitero di Villorba che ricorda gli otto partigiani uccisi dai tedeschi in fuga il 29 aprile 1945 |
Iscrizione del cippo partigiano di Villorba: Liberi compagni / e popolo di Fiera / ai martiri / che con generoso / sangue irrorarono / la nuova libertà / Partigiani / Buttazzoni Italo / Benvenuto Ugo / Fantin Luigi / Gobbo Giovanni / Mestriner Giuseppe / Caldato Umberto / Mion Libero / Benvenuto Wladimiro (Le due foto sono state scattate il 20 luglio 2016) |
07:24 L’ispezione
(Figlio) Gli hai raccontato del fatto dei volantini, che c’erano i
volantini dei partigiani qua [in casa nostra] e sono venuti in due della
questura.
volantini dei partigiani qua [in casa nostra] e sono venuti in due della
questura.
(Resi) Eh, mamma mia! Avevo i buoni per andar raccogliere soldi dai vari
industriali, e avevo un cartone dove mettevo dentro le tessere; dentro là
c’erano i buoni.
industriali, e avevo un cartone dove mettevo dentro le tessere; dentro là
c’erano i buoni.
Erano in due, quelli della questura. E sfoglia, sfoglia… da una parte era scritto [la ricevuta, il modulo] per raccogliere questi soldi e dall’altra era bianco. Uno dei due li ha girati con in vista la parte bianca in modo che l’altro non se ne accorgesse: mi ha salvato.
Sono andata tanto in cerca per ringraziarlo, ma non l’ho più visto. Mi ricorderò sempre di questo fatto, avrei avuto piacere di incontrarlo per ringraziarlo. Ha preso questa carta…
(Figlio) Era in tempo di guerra, eh!
(Resi)… e l’ha girata. Io non parlavo, ma c’era la tremarella dentro: mi
toccava andare in prigione. “Qui non c’è niente”, ha detto.
Io ho abbassato gli occhi, perché mi son detta: “Se adesso lo guardo, pare che ci sia un’intesa”.
toccava andare in prigione. “Qui non c’è niente”, ha detto.
Cartella del "Prestito per la lotta di Liberazione", 1944. (Da Ivo Dalla Costa, Pietro Dal Pozzo: un testimone... ) |
Io ho abbassato gli occhi, perché mi son detta: “Se adesso lo guardo, pare che ci sia un’intesa”.
Me ne ricorderò sempre. Mi ricordo che era alto, e l’altro era basso, ed era anche un bel ragazzo!
Sono andata in cerca di trovarlo, perché non potevo dire ai superiori di questo fatto, l’avrebbero messo in galera lui, poverino! E lui mi ha salvato».
* * *
Dall'intervista con l'ottantaquattrenne militante comunista emerge un’attività più di organizzazione che di vera e propria guerriglia sia per Resi, sia - presumibilmente - per i fratelli Rossetto, che erano stati re-inviati al confino (Ustica) allo scoppio della guerra ed erano ritornati a Fiera solo dopo il 25 luglio 1943.
Sante Rossetto, ad esempio, viene arrestato nel giugno 1944 per aver organizzato l’afflusso “alle bande dei ribelli” di militari sbandati e renitenti alla leva. (Casellato, p. 186).
Per un quadro più dettagliato della resistenza a Fiera si veda l’appassionato libro di Bruna Fregonese, Le Carte di Bruna, edito dall'Istresco nel 2012, a cura di Laura Bellina e Laura Stancari.
Per una visione d’insieme è d’obbligo il “classico” di Alessandro Casellato, Una piccola Russia (1998), in particolare il capitolo 5, “Resistenze e opposizioni”.
Per una visione d’insieme è d’obbligo il “classico” di Alessandro Casellato, Una piccola Russia (1998), in particolare il capitolo 5, “Resistenze e opposizioni”.
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Registrazione audio effettuata nell'abitazione della testimone, a Fiera di Treviso. Brani selezionati dalle cassette originali 1987.23b e 1987.24a - (Settembre 1987).
Informazioni YouTube - Canale: intervistepavan // Data di caricamento: 18 luglio 2016 19:16 // Durata: 9:18 // URL : https://youtu.be/N4TwYSHSD-w
Teresa Fantin (Resi Rossetto) è nata a Lanzago di Silea nel 1903
e morta a Fiera di Treviso nel 1996.