giovedì 1 novembre 2018

La ferrovia Ostiglia-Treviso a Ronchi di Piombino Dese durante la guerra. Una testimonianza


«L’Ostiglia è stata finita nel ’38, in questa zona qua. Però che ha iniziato a correre è stato nel ’42 perché hanno dovuto aspettare che finisse tutto quanto il tronco... [1]
A partire dall’incrocio con la strada [Piombino-Ronchi, SP 34], la massicciata comincia ad alzarsi per superare con un sovrappasso la ferrovia “Valsugana”, poi continua alla stessa altezza sul piano campagna per oltrepassare la strada delle Albere [a strada dee Albare] : dove adesso c’è una rotonda, là c’era un ponte che superava la strada per Trebaseleghe. L’hanno tenuta ancora un po’ alta per superare il Dese e altri canali fin verso Badoere per poi abbassarsi, mentre dalla parte di Camposampiero l’Ostiglia corre di poco sopra il livello dei campi.



Piombino Dese, "Contrà Ponteseo": il sottopasso carrabile dell'Ostiglia, uno dei due costruiti
contemporaneamente alla ferrovia ai lati della linea Valsugana, per consentire l'accesso a famiglie
e terreni che altrimenti sarebbero rimasti isolati a causa della nuova strada ferrata.
Da questo lato salirà la scarpata il partigiano Wladimiro Paoli per l'azione in cui troverà la morte (9.9.1944).
(Seconda guerra mondiale - Resistenza Veneto)

Non è che passassero tanti treni. Ce n’erano due-tre che andavano e venivano: uno alla mattina, uno a mezzogiorno e uno alla sera. C’era anche una littorina, una sola però, alle nove del mattino: era il “diretto da Treviso”: Treviso - Camposampiero - Grisignano di Zocco. Faceva le stazioni principali; a Ronchi non si fermava neanche [2].
I treni erano trainati da locomotive. Le locomotive dei merci erano più potenti. Quelle dei passeggeri erano col camino lungo; quella che è andata fino a Grisignano era una col camino lungo [3]. Ce n’è una alla stazione di Camposampiero, di quel tipo, l’hanno messa là come museo.
Invece, dopo l’armistizio del settembre ’43, durante l’invernata continuavano a passare verso giù le tradotte tedesche piene di soldati, di carri armati, di tutto. C’è stato un momento, nella primavera del ’44 che passavano anche 7-8 tradotte di militari al giorno.
Poi, dalla fine del ’44 all’inizio del ’45, hanno fatto il percorso inverso. Ai tedeschi serviva l’Ostiglia!
Nell’aprile del 1945, ai primi di aprile — deve essere stato verso gli 8-10 di aprile — c’è stata un’incursione di aerei alleati che hanno bombardato la stazione di Ronchi e hanno distrutto tutto. Da quella volta hanno bloccato la linea [4].


Bombardamenti e mitragliamenti alleati ferrovia Ostiglia; sabotaggi partigiani.
La ferrovia Ostiglia-Treviso presso Piombino Dese nella seconda guerra mondiale.
Un sabotaggio partigiano del ponte sulla linea "Valsugana" (3.10.1944) e
due bombardamenti/mitragliamenti alleati sulla stazione di Ronchi (20.2 e 3.3.1945)

registrati nella "Cronaca della Parrocchia" di Piombino.
(Cronistorie di guerra ... 1939-45, a c. di Erika Lorenzon, DVD allegato)

Nell’invernata 1945-46, hanno portato via tutte le carrozze dalla stazione, hanno liberato tutto quanto. E dopo, in primavera — era il mese di marzo del ‘46 — hanno iniziato a levare la ferrovia: venire avanti e asportare la ferrovia... Qui, alla stazione, si sono divisi: un’impresa è andata verso sud e l’ha tirata via fino a Camposampiero, e un’altra impresa ha tirato via i binari dalla parte verso Treviso.
- Già nel 1946? Non ha corso un po’ di più?
No, nel marzo del 1946, sono sicuro, hanno tirato via tutto quanto: marzo-aprile del ’46».


Ex ferrovia Ostiglia-Treviso, presso Piombino: cratere di bomba della seconda
guerra mondiale esplosa nel 1945 vicino alla stazione di Ronchi. (Foto 24.10.2018)

La stazione di Ronchi
«Sembrava un giardino, appena fatta. Perché io l’ho vista, ero ragazzino ma me lo ricordo bene. Adesso se lei va a vedere là ci sono altro che acacie e rovi; hanno fatto solo il passaggio della pista ciclabile.


L'ex stazione di Ronchi di Piombino Dese sulla linea Ostiglia-Treviso, bombardata, mitragliata 
e saccheggiata alla fine della seconda guerra mondiale, 1945. (Foto 24.10.2018)

Per un pochi di anni ho pulito io, là alla stazione. Portavo a casa la legna e restava pulito. Siamo andati a Padova, io e mio fratello, negli uffici delle Ferrovie, e ci avevano concesso di tagliare la legna in modo da tenere pulito, ma dopo è passata a pista ciclabile e ci è toccato lasciare là tutto.
Nell’ultimo periodo della guerra, le Ferrovie avevano portato qua molte carrozze di prima, seconda e terza classe, le avevano messe sui binari a lato della stazione. Pensavano che in mezzo ai campi, qua, si salvassero. Saranno state una cinquantina di carrozze passeggeri, di prima e seconda classe con il velluto dentro…
Cos’è successo? Quando le hanno portate qua, la gente ha iniziato ad andare là. Hanno tagliato i velluti per farsi dei vestiti; hanno portato via tutto, sono rimasti solo gli scheletri delle carrozze. Portato via tutto. Tutto, tutto, tutto…
E nel mese di aprile del ‘45, quando sono arrivate queste due incursioni di aerei, hanno mollato delle bombe e le carrozze si sono rovesciate l’una sull’altra. Bisogna vedere che razza di disastro era, perché io me lo ricordo. Bisogna aver visto cosa c’era! Hanno lavorato tutta un’invernata per portarle via. Gli è toccato rifare il binario, perché era tutto massacrato e poi con una gru, piano piano — avevano già allora delle gru, proprio, caricate su carri — prendere le carrozze e metterle di nuovo sul binario.
Più che bombardata, però, la stazione è stata distrutta dalla gente. C’era un magazzino grosso, alla stazione, che una bomba l’aveva distrutto… e hanno portato via tutto. E, dopo che sono passati gli americani, in quell’estate là, la gente del posto ha disfatto tutto [i ga desfà fora tuto] : portavano via pietre per ristrutturare qualcosa a casa. Addirittura uno si è fatto la casa così» [5].

Testimonianza di Eugenio (Sergio) Squizzato nato il 7.10.1933 a Piombino Dese.
Sintesi dell’intervista registrata da C. Pavan il 22 e 25 ottobre 2018 nell'abitazione del testimone,
un centinaio di metri a sud dell'Ostiglia. (File 18102201-05 e 18102506).
Ringrazio Silvano e Ilario Mariotto per avermi segnalato e messo in contatto col testimone.

Note
[1] Per la precisione il tronco Grisignano di Zocco-Treviso dell'Ostiglia fu inaugurato il 28 ottobre 1941. Si veda la foto storica della stazione di Ronchi, il giorno dell'inaugurazione, nel sito La linea ferroviaria Ostiglia-Treviso. Il ricordo di un percorso ferroviario.
Per un'approfondita analisi storica complessiva di nascita, breve vita e morte dell'Ostiglia (oltre al citato sito web) è indispensabile il libro di Enrico Bassi : "Obbiettivo militare: la ferrovia Ostiglia-Treviso", secondo volume della collana Binari dimenticati, edito dall'omonima Associazione di Noventa Vicentina nel 2010 e consultabile in queste biblioteche.
[2] Nell'orario ferroviario ufficiale, (cfr. La linea ferroviaria Ostiglia-Treviso), sul tronco Treviso-Grisignano di Zocco i treni passeggeri erano in effetti tre, ma - almeno al 29 ottobre 1941 - erano tutti "accelerati", di seconda e terza classe. Queste le partenze e gli arrivi, tra parentesi l'orario di arrivo alla stazione di Ronchi di Piombino. Va notato come — a sottolineare la limitata valenza "civile" della linea — non ci fosse alcun collegamento diretto fra Treviso e Ostiglia: Grisignano (km 49 ca. sui 117 totali) fungeva - di fatto - da capolinea, in entrambe le direzioni; in compenso da Grisignano erano previste coincidenze sia verso Milano che verso Venezia. (E. Bassi, cit., p. 81).
Treviso - Grisignano di Zocco: ore 5:52 - (6:29) - 7:22 [prossimo treno per Ostiglia ore 12:34; treno precedente ore 6:50] // 12:40 - (13:16) - 14:02 [prossimo treno per Ostiglia ore 19:16] //19:00 - (19:37) - 20:41 [nessun treno successivo per Ostiglia].
Grisignano di Zocco-Treviso: ore 6:10 - (7:14) - 7:52 // 12:47 - (13:41) - 14:21 // 19:15 - (20:15) - 20:55
[3] Il testimone si riferisce alla locomotiva che i partigiani del luogo il 9 settembre 1944 fecero passare sopra il ponte sulla ferrovia Valsugana, pericolante a causa di precedenti sabotaggi, con la speranza che crollasse, e con esso precipitasse sulla sottostante linea anche la locomotiva. Così non fu, e la locomotiva - superato il sovrappasso - continuò senza guida la sua corsa nella pianura fino alla stazione di Grisignano.
Nel corso di quell’azione fu anche colpito a morte, da “fuoco amico”, il diciottenne partigiano comunista Wladimiro Paoli, di San Lazzaro (TV). Il ponte sulla Valsugana sarà fatto saltare dai partigiani nella notte del 3 ottobre 1944, ma verrà in breve tempo ricostruito dai tedeschi.
[4] L'ultimo bombardamento e mitragliamento, come scrive il parroco, avvenne un mese prima: il 3 marzo.
[5] Reazione ben comprensibile se solo si pensa ai venti mesi d’inferno passati dalla popolazione di Piombino Dese fra il settembre del ‘43 e l’aprile del ‘45.
Da un lato i rastrellamenti di tedeschi e fascisti alla ricerca dei prigionieri inglesi evasi dopo l’8 Settembre dai campi di lavoro (dipendenti dal campo per prigionieri britannici n. 120 di Padova) presenti in località vicine a Piombino (Cronistorie di guerra..., p. 152).
Dall'altro i bombardamenti e mitragliamenti alleati che miravano a interrompere il traffico sulle due importanti linee ferroviarie che attraversavano il paese.
La completa ricostruzione storica di quel periodo si trova nel vivace resoconto del cappellano don Vito Montin e nella asciutta cronaca (meglio sarebbe dire diario) dell'arciprete mons. Antonio Dal Colle.
Cfr. Cronistorie di guerra ... , Parrocchia di Piombino, pp. 152-159.




1946, dismissione della ferrovia fra Treviso e Grisignano


Il titolo inganna. In realtà nel testo dell'articolo si specifica con chiarezza che
« si è resa necessaria la rimozione delle rotaie e delle traverse che debbono venire utilizzate
per la più urgente riattivazione di altre linee cui va data la priorità per l'interesse vitale che
 esse 

rivestono nel quadro della rete ferroviaria italiana». (Gazzettino, 12 maggio 1946)
Cfr. il quadro della drammatica situazione delle linee ferroviarie italiane 
nella mappa pubblicata da Bassi a p. 127. 

Per il furto di tredici traversine di legno della ferrovia
Ostiglia in dismissione, due abitanti di Santa Cristina vengono arrestati.
(Gazzettino, 21 maggio 1946)

1959, atto finale dell'Ostiglia, tronco Grisignano-Treviso:
il decreto presidenziale di soppressione

Il dpr 12.5.1959 n. 443, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
del 6 luglio 1959, sancisce ufficialmente la fine
del tronco Grisignano di Zocco-Treviso della ferrovia Ostiglia.

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