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Particolare del monumento ai ferrovieri caduti nella Resistenza, opera dello scultore Fortunato Gaccetta, eretto nel 1976 presso la sede del Dopolavoro Ferroviario in via Giuseppe Benzi a Treviso. |
Un monumento semplice ma di grande bellezza eretto in memoria dei partigiani ferrovieri caduti nella Resistenza contro il nazifascismo si trova nell’area verde prospiciente la sede del Dopolavoro Ferroviario di Treviso, in via Benzi (a poca distanza dal Sile).
È composto da due pezzi di rotaia slanciati verso l’alto che, nella parte sommitale, con una grossa catena, sorreggono una terza rotaia contorta.
Alla base del monumento, sulla parte frontale, in una lastra d’acciaio sono incisi dedica, nomi dei committenti e data di costruzione; in basso, un piccolo rettangolo di ferro ricorda l’autore.
Il monumento ai ferrovieri partigiani caduti per la libertà. Si trova a Treviso presso la sede del Dopolavoro Ferroviario, in via Giuseppe Benzi. Scultore Fortunato Gaccetta, 1976. |
LIBERTÀ NELLA LOTTA PER LA RESISTENZA CONTRO IL NAZIFASCISMO».
Committenti: SFI (Sindacato Ferrovieri Italiani), SAUFI (Sindacato Autonomo Italiano Ferrovieri Italiani, SIUF (Sindacato Italiano Unitario Ferrovieri), DLF (Dopolavoro Ferroviario) Treviso.
Data di costruzione : Giugno 1976.
Scultore: Fortunato Gaccetta [Polìa, Vibo Valentia, 1920 - Treviso, 2006]
Trascrizione
«Il contributo ed i sacrifici di sangue dei ferrovieri italiani alla lotta di resistenza sono stati giustamente posti in risalto ieri mattina a Treviso grazie ad un'iniziativa del Dopolavoro e delle associazioni sindacali di categoria che hanno portato alla realizzazione presso gli impianti ricreativo-sportivi di via Benzi, di un monumento ai ferrovieri caduti durante gli anni epici dell'opposizione al nazifascismo.
Il monumento, veramente significativo, è opera dell'artista Fortunato Gaccetta e rappresenta un binario contorto e scheggiato dalle bombe incatenate tra le altre due rotaie mentre dalla base in marmo salgono, stilizzate in ferro, le fiamme dei bombardamenti.
La realizzazione è stata scoperta nel corso di una semplice cerimonia con intervento delle autorità cittadine e di esponenti delle associazioni partigiane. C'erano naturalmente anche dirigenti delle Ferrovie, e tra questi il direttore del compartimento ing. Castellani, e dei sindacati Sfi, Saufi, Siuf.
Dopo la disposizione di corone di alloro il segretario dello Sfi, Lino Armenti, ha brevemente sintetizzato il significato della manifestazione dando quindi la parola all'ex comandante partigiano "Nagi" (Elio Busato) che ha ricordato quanto i ferrovieri con coraggio, con senso di solidarietà umana, con profonda partecipazione agli ideali della Resistenza hanno fatto dall'8 settembre 1943 alla liberazione, esponendosi e pagando di persona. L'oratore ha concluso richiamando tutti ai valori della Resistenza ed alla difesa della libertà e della democrazia, con tanti sacrifici conquistati, Hanno poi parlato anche il presidente del dopolavoro ferroviario rag. Corrado Bottone ed il sindaco di Treviso prof. Enrico Azzi.
Le autorità e gli invitati hanno poi visitato gli impianti del centro sportivo di via Benzi che sorgono su un'ansa del Sile e che, come ha fatto notare il presidente Bottone, sono stati aperti a tutti, messi cioè a servizio dell'intera comunità». (Il Gazzettino, cronaca di Treviso, lunedì 14 giugno 1976).
Monumento ai ferrovieri caduti nella Resistenza,
opera di Fortunato Gaccetta, inaugurato domenica 13 giugno 1976 presso il Dopolavoro Ferroviario di Treviso (via Giuseppe Benzi) alla presenza del sindaco di Treviso Enrico Azzi e del presidente del DLF Corrado Bottone. |
Trascrizione
LA LOTTA DI RESISTENZA
Ai ferrovieri caduti
Inaugurato un monumento al DLF di via Benzi
Il monumento, veramente significativo, è opera dell'artista Fortunato Gaccetta e rappresenta un binario contorto e scheggiato dalle bombe incatenate tra le altre due rotaie mentre dalla base in marmo salgono, stilizzate in ferro, le fiamme dei bombardamenti.
La realizzazione è stata scoperta nel corso di una semplice cerimonia con intervento delle autorità cittadine e di esponenti delle associazioni partigiane. C'erano naturalmente anche dirigenti delle Ferrovie, e tra questi il direttore del compartimento ing. Castellani, e dei sindacati Sfi, Saufi, Siuf.
Dopo la disposizione di corone di alloro il segretario dello Sfi, Lino Armenti, ha brevemente sintetizzato il significato della manifestazione dando quindi la parola all'ex comandante partigiano "Nagi" (Elio Busato) che ha ricordato quanto i ferrovieri con coraggio, con senso di solidarietà umana, con profonda partecipazione agli ideali della Resistenza hanno fatto dall'8 settembre 1943 alla liberazione, esponendosi e pagando di persona. L'oratore ha concluso richiamando tutti ai valori della Resistenza ed alla difesa della libertà e della democrazia, con tanti sacrifici conquistati, Hanno poi parlato anche il presidente del dopolavoro ferroviario rag. Corrado Bottone ed il sindaco di Treviso prof. Enrico Azzi.
Le autorità e gli invitati hanno poi visitato gli impianti del centro sportivo di via Benzi che sorgono su un'ansa del Sile e che, come ha fatto notare il presidente Bottone, sono stati aperti a tutti, messi cioè a servizio dell'intera comunità». (Il Gazzettino, cronaca di Treviso, lunedì 14 giugno 1976).
Fino a qualche anno fa in occasione del 25 Aprile il monumento di via Benzi - DLF rientrava nel “giro dei cippi” che, nel programma 1994 prevedeva — prima della celebrazione ufficiale al mausoleo dei partigiani e al palazzo dei Trecento — «deposizioni di corone di alloro» anche ai monumenti, cippi o lapidi di: Fontane, Strada delle Corti, Canizzano [Maleviste], Piazzetta Caduti dei lager - ex Internati, Riviera Garibaldi e via Scarpa. (Pozzobon - Rizzi , Venti mesi nella marca..., p. 19).
Programma rispettato fino al 2010, 65° anniversario della Liberazione, ma poi gradualmente ristretto alla sola deposizione di una corona alle Maleviste in periferia e all’ufficialità cittadina. (Cfr. celebrazioni del 25 Aprile 2017 su Oggi Treviso).
Nel 2017 - "come ogni anno" - c’è stata comunque una celebrazione della ricorrenza al monumento di via Benzi, ma ad opera della sola Filt CGIL e con la malinconica presenza di otto persone, più il fotografo.
I ferrovieri partigiani del comune di Treviso uccisi durante la Resistenza e ricordati nel monumento del cimitero di San Lazzaro sono:
Nel 2017 - "come ogni anno" - c’è stata comunque una celebrazione della ricorrenza al monumento di via Benzi, ma ad opera della sola Filt CGIL e con la malinconica presenza di otto persone, più il fotografo.
La FiltCGIL di Treviso celebra il 25 aprile 2017 al monumento di via Benzi (DLF) |
I ferrovieri partigiani del comune di Treviso uccisi durante la Resistenza e ricordati nel monumento del cimitero di San Lazzaro sono:
Complessivamente, in provincia di Treviso, i ferrovieri partigiani caduti (compresi gli appartenenti al Genio Ferrovieri) sono undici *
Oltre ad Angeloni, Chiarello e Quarisa furono uccisi:
Cimenti Giacomo, nato nel 1925 a Breda di Piave, ferroviere, morto il 28 marzo 1945 a Lancenigo. «Di pattuglia fra Catena e Villorba, cadeva colpito a morte per raffiche di mitra e lancio di bombe a mano».
De Liberali Adolfo, nato nel 1924 a Vedelago, ferroviere, morto il 30 aprile 1945 a Fanzolo «durante uno scontro con una colonna tedesca in ritirata».
Fiorito Lino, nato nel 1922 a Spresiano, cantoniere FS, morto il 25 ottobre 1943 a Ilirska Bistrica (SLO). «All’atto dell’armistizio passava nelle file dell’esercito jugoslavo, cadendo in combattimento».
Natalone Delio, nato nel 1921 a Pederobba. 7° Btg. Genio Ferrovieri. Morto il 2 maggio 1945 a Trento «durante azione bellica nei giorni della Liberazione».
Pasqualotto Carlo, nato nel 1920 a Castello di Godego. Caporale del Genio ferrovieri. Morto il 6 luglio 1944 in Germania. «Catturato dai tedeschi a Bolzano, internato nel lager I/B, veniva dichiarato disperso».
Santi Luigi, nato nel 1911 a Castello di Godego. Ferroviere militarizzato. Morto il 29 aprile 1945 a Castello di Godego. «Nel corso delle operazioni contro reparti tedeschi in ritirata, veniva colpito a morte».
Sartori Alessandro, nato nel 1923 a Codognè. Rgt. Genio Ferrovieri. Morto il 16 marzo 1945 a Campomolino di Gaiarine. «Dilaniato dallo scoppio di ordigno esplosivo in preparazione per un sabotaggio».
Tonon Pietro, nato a Vittorio Veneto nel 1916. 2° Rgt. Genio Ferrovieri. Morto il 1 agosto 1945 in Germania. «Catturato dai tedeschi a Lubiana, internato nel lager III/I, moriva per malattia».
* (Da un primo spoglio de "I caduti trevigiani nella guerra di Liberazione", di Elio Fregonese).
Il manifesto dei ferrovieri comunisti di Treviso, dopo la Liberazione
COMITATO DI LIBERAZIONE FERROVIARIO TREVISO
FERROVIERI
La nostra Treviso è libera!
Gli ultimi residui dello schiavismo fascista: i briganti neri – che con i loro nefasti misfatti
hanno terrorizzato e torturato il popolo – sono stati distrutti.
hanno terrorizzato e torturato il popolo – sono stati distrutti.
Il barbaro invasore nazista – che ha portato la distruzione del nostro paese – è stato cacciato
per sempre.
per sempre.
Vada il nostro plauso e la nostra riconoscenza al magnifico eroismo dei partigiani della
Marca Trevigiana e delle valorose truppe Alleate che ci hanno dato la libertà.
Marca Trevigiana e delle valorose truppe Alleate che ci hanno dato la libertà.
FERROVIERI
Ora che il giogo- nazifascista è finito e tutti gli italiani potranno eleggere un governo
democratico popolare, tutti noi dobbiamo riprendere il nostro posto di lavoro con purità
di intenti e di opere.
democratico popolare, tutti noi dobbiamo riprendere il nostro posto di lavoro con purità
di intenti e di opere.
Tutti noi dobbiamo tendere ai nostri sforzi per fare della nostra Amministrazione un esempio
di disciplina e di organizzazione.
di disciplina e di organizzazione.
Le ferrovie devono funzionare per il bene di tutti.
Chi ha tradito, chi ha collaborato con il nemico, chi si è macchiato di infamie sarà punito.
W L’ITALIA !
Il Comitato di Liberazione dei Ferrovieri di Treviso
TREVISO 3 maggio 1945
La trascrizione di questo manifesto è tratta dalla relazione di Angelo Decima sulla Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso (10 giugno 1945).
Dino Sponchiado, ferroviere e militante sindacale dello SFI, ricorda lo scultore Fortunato Gaccetta e la costruzione del suo monumento ai ferrovieri caduti nella Resistenza
Gaccetta, da ragazzo, era stato garzone nella bottega di Arturo Martini e poi aveva lavorato con Toni Benetton quando l’artista del ferro operava ancora nella sua casa di Sant’Artemio (dove il padre gestiva un’osteria). E con Toni Benetton ha avuto di quelle discussioni di carattere artistico che non finivano più. Poi si era messo in proprio. Il suo laboratorio era un ambiente ristretto ricavato sotto il cavalcavia della stazione di Treviso, vicino alla sede del nostro sindacato.
Era un compagno, un po’ casinista; ha avuto problemi con la famiglia, ma era un artista … ha fatto di quelle cose! Ogni tanto per passare il tempo andavamo basso da lui. C’era sempre questo sporco, questo fumo dentro. Ma era un gusto andarci: sentivi l’odore del lavoro! Lo sentivi sulla pelle. Era officina, fonderia, faceva anche il fonditore … ma era soprattutto la forgia, il lavoro della forgia.
Il monumento l’ha fatto per conto del Dopolavoro ferrovieri, su commissione. Quella che vedi là è rotaia vera, materiale vero, preso dalla ferrovia. Glielo abbiamo portato noi del sindacato, ha lavorato col ferro della ferrovia, e ha costruito un monumento così grande che poi non passava più per la porta. Abbiamo dovuto sfondare il muro, per portarlo fuori.
Dopo ha fatto anche lo stampo dell’originale, ridotto in scala e ne ha ottenute diverse copie, fuse in ferro come fossero statue. E gliel'hanno comprate vari uffici pubblici, e anche dei privati appassionati di arte.
Intervista a D. Sponchiado, Treviso 1927, file 19031302 (13 marzo 2019), da 01:57:00 a 02:06:00. (Sintesi)
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