mercoledì 17 aprile 2019

La presentazione del libro di Angelo Decima sulla resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso


Copertina del volume di Angelo Decima, La resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso,
Un documento del 1945 ritrovato a Milano, a c. di Camillo Pavan, edito da Istresco con Spi Cgil,
presentato all'auditorium della CGIL di Treviso venerdì 12 aprile 2019.
Autore della copertina Pier Giorgio Nave (affresco di Gianni Ambrogio, 1958).

Il volume, edito in collaborazione fra lo Spi Cgil e l'Istresco, è stato presentato nell'auditorium della CGIL di Treviso venerdì 12 aprile 2019.
Il corpo principale dell'opera è composto dalla Relazione sull'attività partigiana e politica svolta dai ferrovieri comunisti della stazione di Treviso durante l'oppressione nazi-fascista, scritta il 10 giugno 1945 dal capo gestione merci Angelo Decima, partigiano e segretario della sezione ferrovieri del Partito Comunista Italiano presso la stazione di Treviso. Alla relazione l'autore aggiunse una serie di testimonianze a caldo di partigiani ferrovieri oltre ad alcuni inserti, il più significativo dei quali è quello relativo alla cronaca del primo congresso dopo la Liberazione del Sindacato Ferrovieri Italiani (SFI) tenutosi a Bologna dal 15 al 17 luglio 1945.
La copia fotostatica della "relazione Decima" (con i relativi inserti) - appartenente all'ex partigiano geom. Unico Quaglierini - fu recuperata a Milano, sul finire del 2017 in un sottotetto delle case popolari Aler di via Mameli.

Locandina della serata di presentazione all'auditorium della CGIL di Treviso, il 12 aprile 2019,
del libro di Angelo Decima La Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso (a c. di Camillo Pavan).
Relatori ufficiali Gaetano Sateriale (Spi Cgil Nazionale), Samantha Gallo (Segretario generale
della Filt Cgil Treviso), Alessandro Casellato (Istresco-Ca' Foscari Venezia),
Paolino Barbiero (Segretario generale Spi Cgil Treviso).

Pubblico nell'Auditorium della Cgil di Treviso alla presentazione del libro di Angelo Decima
La Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso. Un documento del 1948 ritrovato a Milano,
a cura di Camillo Pavan - Istresco-Spi Cgil, 2019. (Foto di Laura Martinello)


Ha condotto la serata il segretario generale dello Spi di Treviso Paolino Barbiero

Barbiero ha dato la parola per primo al curatore del volume C. Pavan. Durante la relazione di Pavan sono brevemente intervenuti Marco Rampon (scopritore del documento) e Giulio Decima (figlio dell'autore), mentre Giovanna Amore e Luciana Borghetto del gruppo "Leggimi forte" della Biblioteca comunale di Quinto, si sono succedute nella lettura di alcuni brani del testo.

Intervento di Marco Rampon


Marco Rampon durante il suo intervento. Treviso, 12.4.2019 

«Buona sera. Questi documenti sono stati trovati a Milano in via Mameli 45, che è una traversa di quello stradone che va dal centro verso Linate. Il ritrovamento è stato dovuto alla necessità della mia compagna, quindi, chi l’ha ritrovato veramente è la mia compagna.
Pioveva acqua in casa e bisognava andare a vedere nel sottotetto se si poteva fare qualcosa. Purtroppo i documenti non sono stati trovati in baule, ma in un sottotetto con delle tegole. Quindi entrava acqua, entravano piccioni […] .
Riguardo al signor Quaglierini … abbiamo visto che le case Aler a Milano sono spesso abitate da persone anziane e sole; e quando queste persone mancano si  forma una stratificazione di cose dentro. Io ho trovato di tutto nella sua cantina. Da dischi a collezioni di fumetti ad articoli di giornale.
Questi fogli erano appoggiati sullo scaffale nella parte a sinistra; altre cose erano per terra.
Ho tenuto i documenti per qualche mese nel dimenticatoio, anche perché erano delle fotocopie e non riuscivo a dargli del valore, sicuramente non economico, ma nemmeno storico. Poi un giorno ho avuto l’ispirazione … mi è bastato mettere su Google “ferrovieri comunisti di Treviso” e la prima cosa uscita fu il blog di Camillo. Da qui ha avuto origine la prima email che gli ho mandata: estremamente sintetica, come sono io di solito».


Intervento di Giulio Decima, figlio di Angelo


In attesa della presentazione, Giulio Decima conversa col prof. Casellato.
Al centro, l'arrivo nell'auditorium della CGIL di Treviso della relatrice Samantha Gallo.

(Foto di Laura Martinello)

«Innanzitutto devo riconoscere il valore, la grande validità di questi Istituti storici della Resistenza, delle associazioni partigiane, delle associazioni antifasciste, dell’associazione dei perseguitati politici, che con la loro attività svolgono un formidabile aiuto e contributo a questo incredibile ritorno di una restaurazione di destra, restaurazione antiumanitaria, addirittura. E quindi bisogna “resistere, resistere, resistere”, come diceva il famoso procuratore della repubblica di Milano.
Ma per ritornare a mio padre devo dire che lui, come dicevo nella intervista che mi ha fatto Camillo, non amava molto parlare di se stesso. Lui voleva solamente - prima di lasciare le ferrovie e cambiare attività - voleva dare testimonianza non tanto a se stesso ma a quanto al collettivo, cui lui credeva molto: il collettivo degli operai, dei proletari, dei ferrovieri.
Il 25 luglio del ’43 - io avevo otto anni - e, cos'è successo? Dopo il 25 luglio ci siamo accorti che i fascisti erano pochi. Tutto il popolo fece festa, urlò di gioia nella città di Treviso. Mio padre portò mia madre, me e mia sorella al Dopolavoro ferroviario, ed era una festa incredibile. Naturalmente questa grande gioia per la libertà durò poco, perché dopo l’8 settembre ci fu questa persecuzione per cui molti dovettero andare alla macchia, come mio padre.
Noi andammo via da Treviso e siamo andati a Zero Branco in una villa dei conti Albuzio che erano antifascisti. Tra parentesi, noi, in provincia di Padova, avevamo anni fa un candidato a presidente della provincia che era un cugino di questi Albuzio.
Nel febbraio del ’44 entrano le SS in questa villa e la sequestrano. Mettono i proprietari della villa - che erano un fratello e due sorelle - in tre stanze, e io, mia madre e mia sorella ci trovammo fuori al freddo e al gelo.
Comunque mio padre, quando scrisse questa storia sull’attività nella Resistenza, sulla costituzione della sezione comunista dei ferrovieri, sul sindacato dei ferrovieri, non fece un libro di programmi ideologici. Ma lì si poteva capire come la sua grande sensibilità era di grande umanità. Lui mi raccontava che andava più d’accordo con Gramsci che con Marx, e mi diceva che da un punto di vista storico e storiografico Marx aveva confuso la religione con la chiesa, mentre sono due cose diverse: il cristianesimo nasce in una maniera, la chiesa poi diventa un’altra cosa…
Comunque, grazie per tutto quello che avete fatto per la storia della Resistenza!»

Le lettrici


Giovanna Amore mentre legge la testimonianza di Enrico Partel
sull'8 settembre 1943 alla stazione di Treviso e l'opera dei ferrovieri
a favore dei soldati italiani catturati dai tedeschi e condotti in Germania.

Luciana Borghetto legge il brano relativo al treno fatto saltare dal macchinista Vico Bidinotto
il 19 agosto 1944 a Rustignè di Oderzo, lungo la linea Treviso - Portogruaro,
e l'orazione funebre per Angelo Decima tenuta il 22 gennaio 1994 a Pagnano d'Asolo
dal partigiano ed esponente del PSI avv. Ennio Ronchitelli, figlio di un macchinista ferroviere.

Intervento di Samantha Gallo (parziale)

Samantha Gallo, segretario generale della Filt Cgil di Treviso,
durante il suo intervento alla presentazione del libro
La Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso - Auditorium CGIL, 12.4.2019.

«Care compagne e cari compagni,
ritengo innanzitutto doveroso ringraziare lo SPI, l’Istresco e tutti quelli che hanno collaborato al libro, per aver riportato alla memoria la storia dei nostri compagni ferrovieri durante la Resistenza.
Un libro che si legge tutto d’un fiato e che fa letteralmente rivivere quei delicati momenti storici. In particolare la nascita del primo Comitato di Liberazione dei ferrovieri del Veneto, il primo che ha iniziato la lotta organizzata, una dura lotta che ci ha portato alla liberazione dal fascismo, e che ha permesso anche la rinascita dello SFI, il sindacato dei ferrovieri nato nel 1907, soppresso appunto con l’avvento del fascismo, uno dei sei sindacati dei trasporti che nel 1980 sono confluiti in un’unica federazione all’interno della CGIL, la FILT, che oggi ho l’onore di rappresentare.
La bandiera storica dello S.F.I. di Treviso.
Oggi, con orgoglio, nella nostra sede di Treviso conserviamo la bandiera dello SFI, di cui avete visto prima la foto. Bandiera passata di mano in mano ai vari segretari generali della Filt, alcuni oggi qui presenti insieme ai ferrovieri, giovani e meno giovani…
In questa sala ci sono gli affreschi dei ferrovieri, commissionati dallo SFI nel 1958 all’artista [Gianni] Ambrogio. Affreschi che oggi sono patrimonio inestimabile di tutta la nostra Camera del Lavoro, della “Casa del Popolo”, come usava dire Giuseppe Di Vittorio. [...] Tutti i nostri congressi si sono svolti all’interno delle pareti che avevano e che hanno questi affreschi, che con grande onore ed orgoglio oggi sono la copertina di questo meraviglioso libro. Di questo meraviglioso pezzo di storia riportato dal libro.
Nel libro non si vede, purtroppo, il colore rosso della bandiera, ma il colore rosso è il colore che auspicava il compagno Partel Enrico nel 1945 quando, raccontando la tragedia immane che li aveva colpiti, scriveva: "Questo popolo prostrato da una orribile tragedia chiede ora giustizia e libertà.
Chiede di essere guidato da un governo che rappresenti la volontà del popolo lavoratore e che il rosso del sangue sparso sia il colore della nostra bandiera di combattimento e di vittoria"» [...] .


Intervento di Alessandro Casellato (parziale)



Il prof. Casellato durante la presentazione del libro
sulla Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso - 12 aprile 2019

Alessandro Casellato ha ricordato fra l'altro che «gli istituti della storia della Resistenza sono sotto attacco. Non a Treviso, per ora e spero mai, ma [...] in Lombardia l’Istituto di Lodi è stato sfrattato, si annuncia una cosa di simile sulla testa di un glorioso istituto, quello di Sesto San Giovanni, che raccoglie importantissimi archivi e memorie sindacali, industriali oltre che della Resistenza. L’istituto del Friuli Venezia Giulia che ha sede a Trieste, a cui sono stati negati finanziamenti da parte della regione come a tutti coloro che trattassero il tema dell’esodo dal confine orientale e delle foibe in maniera dissonante rispetto a quella che è la verità ufficiale. Pensate che l’Istituto di Trieste è stato uno dei primi a portare [il tema] alla luce … e lo ha fatto da posizioni nazionali e democratiche, anticomuniste. Non è bastato. Non è abbastanza perché si vuole, sostanzialmente, portare a verità ufficiale, quella che fino a poco tempo fa era la memoria parziale del fascismo […]
Gli istituti sono sotto attacco, ma ci sono dei segnali importanti. Un piccolo segnale, ma che per noi è molto significativo è il fatto che le iscrizioni all’Istresco sono aumentate, in questo momento, perché vuol dire che molte persone si rendono conto che forse è il momento di fare un passo in avanti, di dare il proprio contributo. E non è solo una cosa locale. Parlavo anche con compagni e colleghi dell’Istituto di Venezia, con Marco Borghi: anche lì c’è questo segnale di una comunità civica che si serra a sostegno del proprio istituto […] ».

In chiusura di serata è intervenuto Gaetano Sateriale, dello Spi Cgil nazionale
Il dirigente sindacale, dopo essersi complimentato con Barbiero, lo Spi di Treviso e l'Istresco, ha citato - fra l'altro - il passo dell'intervista a Giulio Decima presente nel libro in cui il figlio dell'autore afferma che "mio padre non amava parlare di sé". Sateriale ha ricordato come anche nella sua famiglia fosse la stessa cosa e che solo di recente, visitando una mostra sulla Resistenza a Ferrara, sua città natale, egli venne a sapere che sua madre era stata staffetta partigiana: "lei non me l'aveva mai detto".
Ha ricordato poi la difficoltà della scelta partigiana dei ferrovieri, che impegnarono tutta la loro professionalità nel sabotare e intralciare i movimenti dell'occupante tedesco e dei fascisti; scelta non meno pericolosa di chi andò a combattere in montagna.
Sateriale ha terminato il suo intervento leggendo dei brani del "Diario di guerra, settembre novembre 1943", del sindacalista Bruno Trentin, (figlio del docente universitario a Ca' Foscari ed esule antifascista Silvio), ritornato con la famiglia dalla Francia e stabilitosi a Treviso presso parenti il 5 settembre 1943. Particolarmente significativa la pagina relativa all'8 settembre 1943 dove il giovane Bruno corre a casa dei genitori annunciando che "la guerra del fascismo è finita". "No", rispose il padre, "è la guerra che comincia: la guerra vera per l'Italia vera".


Gaetano Sateriale, dello Spi Cgil nazionale, durante il suo intervento di chiusura alla presentazione
del libro La Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso - Auditorium CGIL, Treviso 12.4.2019


PRESENTAZIONE ALLA BIBLIOTECA ZANZOTTO, 13 aprile 2019


Dopo la presentazione ufficiale alla CGIL il curatore del libro ha incontrato i lettori, il giorno successivo, nella sede di città giardino della biblioteca comunale di Treviso.

Locandina presentazione del libro La Resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso
presso la biblioteca Zanzotto, ultimo dei quattro incontri del ciclo 2019 di ''BiblioStoria''.

Partecipanti alla presentazione di La resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso, alla biblioteca Zanzotto.

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