venerdì 16 febbraio 2018

La morte di mio fratello, ucciso dai fascisti. (Riccardo Pestrin, Pezzan d'Istrana, 5 giugno 1944)

Il 5 giugno 1944 fascisti italiani e nazisti tedeschi, giunti a Pezzan a bordo di camion, fecero irruzione in casa Pestrin alla ricerca di paracadutisti alleati che si diceva fossero nascosti nella loro campagna [1]. I giovani in età di leva che si trovavano nel cortile riuscirono a fuggire e a nascondersi nei campi; il non ancora diciassettenne Riccardo - era nato il 21 novembre 1927 - inizialmente pensò di trovare rifugio in casa...
Ricostruiamo l'episodio con la testimonianza di Eugenia Pestrin, sorella di Riccardo [2] e con la "cronistoria" di don Francesco Longato, parroco di Pezzan.

Testimonianza di Eugenia Pestrin

Eugenia Pestrin
Era di giugno, verso sera. Il nostro cortile era pieno di gente, c’era la trebbia per batar el strafojo e oltre a noi c’erano anche altri contadini venuti a portare il loro trifoglio da seme [3].
Sono arrivati i fascisti con i camion, le chiamavamo le brigate nere [4], e quando hanno visto la gente che scappava si sono messi a mitragliare, e noi non sapevamo neppure perché.
Sparavano in mezzo ai campi di frumento, dove in tanti si erano nascosti sperando di non essere visti perché il frumento era alto.
Io e mio fratello Riccardo ci siamo riparati dentro casa, in camera. Mio fratello mi ha chiesto: “Dove posso andare a nascondermi?”. Io gli ho detto: “Vai sotto il letto”, e lui è andato sotto il letto a nascondersi, ma deve aver fatto rumore con le broche [5] degli zoccoli perché i fascisti si sono insospettiti e volevano salire nelle camere.
Mia mamma ha gridato: “Anche sotto il letto vanno a guardare!”. Lui ha sentito, ed è scappato. Ha aperto il balcone, è sceso dalla finestra, ha fatto il giro della casa ma non ha fatto in tempo ad arrivare in fondo alla vigna che lo hanno mitragliato e lo hanno ammazzato. Altri giovani sono invece risusciti a scappare, fra cui un certo Leo, un militare di Colonnella (Teramo) sbandato dopo l'8 settembre, che mio papà aveva accolto in casa.
Riccardo invece l'hanno colpito ed è rimasto per terra nella vigna. E neanche gli si poteva andare vicino.
Hanno chiamato il prete Francesco Longato per dargli gli Oli Santi e i fascisti non volevano lasciarlo passare. Ma il nostro prete non aveva paura, è andato avanti lo stesso, e mia zia Nori (Eleonora) è andata con lui vicino a Riccardo.
Poi i fascisti sono andati via, è venuto buio ed è iniziato a piovere. Era un periodo di grande siccità. Erano tre giorni che andavamo in chiesa a pregare perché piovesse. E proprio quella notte si mise a piovere, con mio fratello per terra sotto la pioggia. Allora mia zia Nori è andata a prenderlo, perché non voleva che prendesse la pioggia. L’ha trascinato fino a casa e si è fatta aiutare per portarlo nella sua camera e distenderlo nel suo letto.
Un falegname di Istrana, Ettore Fantin, ha fatto la bara.
C’è stato un gran funerale. Io ero in camera con mia mamma, che era a letto perché stava male. E siccome la nostra casa era vicina alla strada mia mamma diceva: “Senti, Eugenia, stanno andando in cimitero a seppellire Riccardo”.
Il cappellano di Pezzan, don Davide Carraro originario di Tombolo, ha scritto anche una poesia per l’epigrafe, che un poco ricordo:
«Sera di strazio e di morte / fu quella del 5 giugno del ‘44 / [...] Un’ingiusta raffica di mitra / alla soglia della propria casa / stroncava la giovine vita / di Pestrin Riccardo / di appena sedici anni [...] / un fiore non ancora sbocciato / vittima innocente e pura / ... vittima dell’odio... ».
Riccardo non era partigiano, ma dopo la sua morte i partigiani della zona [6] sono venuti a offrire protezione a mia mamma. Volevano vendicarlo. Ma mia mamma non ha voluto e ha detto: "Sia come sia. È stata una cosa grande per me, ma per la loro mamma è anche peggio".


Note

[1] Secondo le testimonianze raccolte dalla Corte di Assise Straordinaria di Treviso, l’irruzione nazifascista fu provocata dal Commissario del Fascio repubblicano di Istrana, Leandro Pedron, “il quale si era anteriormente recato a un Comando di S.S. ad avvertire che nella zona si erano calati alcuni paracadutisti britannici”. (Sentenza n. 76/45 dell’11.09.1945 - Sentenze online … Archivio Istresco, pp. 175-177).
Leandro Pedron, di Giovanni e Pinarello Luigia, nato il 23.1.1924 a Volpago del Montello, nella cronistoria del parroco di Sala d'Istrana don Giovanni Gattoli viene descritto come un «elemento ultra fascista [...] esaltato, prima impiegato nella Federazione Prov. Fascista di Treviso, poi nel periodo repubblicano volontario del Centro di Reclutamento Alpini di Conegliano, quindi appartenente alle Brigate Nere e Segretario politico del fascio repubblicano di Trevignano e Istrana». (Cronistorie di guerra ... 1939-1945 ... p. 719).
[2] Eugenia Pestrin ved. Arduino Rech, Pezzan d'Istrana, è nata a il 31 luglio 1929 e morta il 10 febbraio 2019. Testimonianza raccolta nella struttura di Paese della Casa Marani, sabato 10 febbraio 2018. (File video 002,003,004) - Registrazione molto disturbata - e non utilizzabile in altro modo - per la presenza di rumori di fondo. All'intervista è presente anche la figlia Donatella Rech, che ringrazio per la segnalazione.
[3] I Pestrin abitavano in una grande casa colonica in centro a Pezzan d’Istrana. Il capofamiglia, Vittorio Pestrin, nonno dell’intervistata, era una persona intraprendente che, anche grazie ai soldi risparmiati da emigrante negli Stati Uniti, era riuscito a comprarsi la terra che lavorava.
[4] Per la precisione, alla data in cui fu ucciso Riccardo Pestrin le brigate nere non erano ancora state istituite. Lo saranno solo dall’inizio del mese successivo. [D. Lgs. n. 446, 30 giugno 1944]. Si trattava quindi più genericamente di fascisti il cui ras locale era Leandro Pedron, che fu comunque assolto nel dopoguerra dall’accusa di aver partecipato di persona all’uccisione di Pestrin.
[5] Borchie metalliche a punta arrotondata fissate sotto la suola in legno dello zoccolo per limitarne il consumo.
[6] La guerra di liberazione nella zona di Sala e Pezzan d'Istrana ha registrato due caduti partigiani: Bruno Baldrocco e Angelo Favarin, uccisi dalla brigate nere di Treviso il 20 aprile 1945 in "una stradicciola interna", sulla destra della strada che da Pezzan porta a Istrana, nei campi attualmente occupati dall'aeroporto militare. Sul luogo dell'esecuzione dei due patrioti fu eretto nel settembre 1945 un piccolo monumento che, durante la costruzione dell'aeroporto, fu trasportato all'ingresso del cimitero di Pezzan e Sala (lato Sala).


Cronaca dal parroco di Pezzan d'Istrana don Francesco Longato

Il parroco di Pezzan d'Istrana don Francesco Longato riferisce sull'uccisione
di Riccardo Pestrin da parte dei fascisti, il 5 giugno 1944.
(Da Cronistorie di guerra ... 1939-1945... a c. di Erika Lorenzon - Dvd allegato)

Trascrizione

Ufficio parrocchiale
Pezzan d’Istrana (Treviso)


Cronistoria del tempo di guerra [1939] -1945

«La sera del 5 giugno 1944 giunsero due “camions" di brigate nere, mentre nel cortile di Pestrin Vittorio si trebbiava il trifoglio da seme. Alcuni giovani, soggetti al servizio militare, appena videro quei criminali tagliarono la corda e se la svignarono in mezzo ai campi di frumento. Un gruppo delle brigate nere con fucili mitragliatori li inseguirono facendo una sparatoria spaventosa. Non avendo potuto colpire nessuno due di quei mostri entrano nel cortile di Pestrin Vittorio per fare una perquisizione. Pestrin Riccardo di Cesare impaurito fugge per nascondersi e viene fucilato sotto gli occhi dei genitori, benché giovinetto di 17 anni. Il parroco verso le ore otto di sera viene chiamato di urgenza per il caso pietoso, e tosto si porta nel cortile del delitto: vede i due assassini col fucile mitragliatore spianato che impediscono l’entrata di qualsiasi persona. Il Parroco non sa cosa fare, il pericolo e gravissimo, ma si tratta di salvare un’anima, si raccomanda al Signore e deciso entra nel cortile, si porta dal giovanetto massacrato che giace in un lago di sangue e gli dà l’assoluzione e l’Estrema Unzione sotto condizione. Poi ritorna indietro guardato con occhio torvo dai due sicari. Due giorni dopo ebbero luogo i funerali che furono un vero trionfo per il giovanetto, appartenente al Circolo Cattolico».


La sera del 5 giugno 1944, nazisti e fascisti - dopo aver infierito a Pezzan - continuarono il rastrellamento nel vicino paese di Sala d'Istrana. La vivace cronaca del parroco, don Giovanni Gattoli, ci racconta come si svolsero i fatti:

« ... alle ore 19 circa, un gruppo di camions, otto o nove circa, e due o tre motociclette si fermarono presso le case contigue di FUSER Desiderio fu Giuseppe, PIZZOLATO Angelo fu Ferdinando e PIZZOLATO Luigi fu Angelo, coloni, in via Piave di Sala. Ne scendevano oltre 200 soldati tedeschi ed italiani della “SS” che, entrati contemporaneamente nelle abitazioni, spaventavano i familiari con i fucili spianati e sparando all’impazzata. Altri correvano verso un vigneto attiguo alla casa di FUSER Desiderio sparando intensamente. Un figlio del FUSER, Giordano, di anni 36, padre di 4 figli, che, in detto vigneto stava falciando erbe e che all’udire gli spari si era gettato a terra, veniva colpito da una fucilata al polso della mano sinistra. Raccolto dai soldati, veniva trasportato nel cortile di casa e adagiato a terra, mentre i parenti che volevano accorrere per assisterlo, venivano tenuti lontani sotto la minaccia dei fucili. Intanto i militari tedeschi, che avevano riunito i membri delle tre famiglie nella cucina di PIZZOLATO Angelo, perquisivano le abitazioni mettendo ogni cosa a soqquadro, sparando sotto i letti, negli angoli, sotto le impalcature dei bachi da seta al bosco [1], rovistando in tutti gli armadi.

Nel frattempo i componenti delle tre famiglie dalla cucina di PIZZOLATO An[g]elo venivano portati nel cortile attiguo di PIZZOLATO Luigi e allineati lungo la parete della stalla, uomini con la fronte, donne con la schiena, al muro.

Quì i soldati con modi violenti e con minacce di morte, insistevano per sapere dove si trovassero i quattro paracadutisti inglesi, che, secondo le false indicazioni, dovevano essere nascosti in quelle case. Naturalmente non esistevano inglesi e non potevano darne indicazione.
FUSER Giordano, il ferito, sempre a terra si lamentava e perdeva copioso sangue sotto gli sguardi atterriti dei congiunti, che non potevano apportargli alcun soccorso. Finalmente, dopo circa due ore, chiamato da un motociclista tedesco, giungeva un ufficiale medico che si trovava a Istrana, al Deposito misto [2]. Eseguita una sommaria medicazione, ordinava l’immediato trasporto del ferito all’Ospedale di Montebelluna: trasporto che venne eseguito dal fratello Giuseppe a mezzo di calesse e cavallo, accompagnato dal Parroco, avendo dichiarato i soldati tedeschi che non potevano trasportarlo in camion.
Durante le accennate perquisizioni sono state asportate dalle suddette case le seguenti cose:
da casa Fuser Desiderio kg 8 circa di salami, un paio di scarpe nuove acquistate dal Consorzio Agrario di Treviso con regolare fattura, un portafoglio contenente £. 1750, che si trovava in un armadio, diversi pacchetti di tabacco e uova.
Da Casa Pizzolato Angelo kg 70 circa di salumi lardo e strutto, un orologio in metallo bianco.
… La ricerca dei pretesi paracadutisti presso le suddette case era cosa inspiegabile.
Con una simile invenzione si è voluto fare un brutto tiro che poteva costare la vita a più persone. Resta il fatto che il contegno dei soldati fu dei più violenti e che quelle famiglie per circa due ore furono sottoposte a vero terrore». (Cronistorie… pp. 716-717).

Note
[1] La "salita al bosco è la quinta e ultima fase della trasformazione della larva del baco da seta in bozzolo. Cfr. il post "E' tempo di salire al bosco" del blog Il cantiere de baco. [Visitato il 21.10.2018].
[2] La caserma del 29° Deposito misto provinciale della RSI si trovava in piazza ad Istrana, nell'edificio delle ex scuole elementari. (Testimonianza di Riccardo Masini, 25 giugno 2014, videoclip 2, 09:18).


L'uccisione di Riccardo Pestrin nel diario storico della brigata partigiana Bavaresco...


Riccardo Pestrin. La sua morte nell'elenco delle operazioni della brigata Bavaresco:
«[Azione n.] 13) - 5/6/44, Pezzan d'Istrana. In seguito allo scontro con truppe tedesche il Garibaldino
Pestrin Riccardo mentre procedeva al recupero di materiale bellico veniva investito
dallo scoppio di una mina e decedeva sul luogo». Versione palesemente non vera ma che
- essendo il "civile" Pestrin ucciso da nazifascisti durante un'azione contro soldati 

alleati cui notoriamente i partigiani procuravano protezione e rifugio - 
permetteva la sua iscrizione fra i "caduti partigiani" e la conseguente corresponsione di un
sia pur modesto riconoscimento economico alla famiglia.
Cfr. Aistresco, ID 86, n. inv. 007 - per il documento qui pubblicato e Aistresco ID 359, n. inv. 024
per l'iscrizione di Pestrin nell'elenco dei caduti partigiani della "Bavaresco".

... e nell'elenco ufficiale dei caduti della divisione garibaldina "Sabatucci" di cui la Bavaresco faceva parte


«[Pestrini] Riccardo di Cesare, nato a Pezzan d'Istrana il 21 Novembre  1927. Domicilio a Treviso (Pezzan di Istrana).
Fatto d'arme: Caduto in combattimento colpito da una raffica di mitra presso Pezzan d'Istrana
mentre effettuava il ricupero di armi ed esplosivi da un autocarro tedesco».


Cimitero di Pezzan d'Istrana (già Pezzan di Campagna), particolare della tomba
della famiglia Pestrin. In alto: i nonni e il nipote Riccardo (30.11.1927 - 5.6.1944) .
Sotto: i genitori di Riccardo, Cesare Pestrin (1901-1991) e Rita Berlese (1906-1993). 

Fiorino Filipetto e Riccardo Pestrin, i due civili uccisi a Pezzan d'Istrana nell'ultima fase della 
seconda guerra mondiale - il primo da un mitragliamento alleato, il secondo dai fascisti - sono 
accomunati nella lapide presente nel monumento ai caduti del paese. (Foto: 10.2.2018)



L'uccisione di Fiorino Filipetto nel ricordo del parroco di Pezzan

L'uccisione del capo-fabbriciere di Pezzan d'Istrana Fiorino Filipetto in un mitragliamento
alleato, il 10 aprile 1945, nel ricordo del parroco don Francesco Longato.
(Cronistorie di guerra... Istresco- Ediz. San Liberale, Dvd allegato)

Trascrizione

«Il 10 Aprile Filipetto Fiorino, capo-fabbriciere benemerito della parrocchia e uomo fedelissimo al parroco senza rispetti umani, tornando a casa da Istrana, dove aveva pesato un carro di legna, viene sorpreso per istrada da mitragliamento e colpito mortalmente assieme ai due buoi del carro. La sua morte, proprio quando si avvicinava la fine della guerra, fu oggetto di compianto sincero da pare del parroco e dell'intera parrocchia. Sia pace all'anima sua!». 




                                                                

Pensioni ai familiari dei caduti partigiani 

e a quelli delle vittime civili della Seconda guerra mondiale


Non conoscendo la legislazione in materia mi sono rivolto all'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG). Questo lo scambio di email, dal quale si deduce che sia i familiari dei partigiani riconosciuti sia quelli delle vittime civili hanno avuto un riconoscimento economico.

-------- Messaggio originale --------
Oggetto: Richiesta informazione
Mittente: Camillo Pavan - Treviso <camilpavan@gmail.com>
A: info@anvcg.it
Data: 12/10/2018 20.32

Buon giorno,
sono un ricercatore (dilettante) di storia. 
Avrei un dubbio da risolvere: i familiari delle vittime civili della seconda guerra mondiale hanno avuto un qualche risarcimento economico?
Vi chiedo questo perché in un paese del Trevigiano - durante un'incursione nazifascista alla ricerca di renitenti ai bandi di arruolamento - venne ucciso nel 1944 un contadino non ancora diciassettenne (Riccardo Pestrin). La brigata partigiana operante nella zona lo annoverò fra i propri caduti. Secondo me — avendo trovato altri casi simili — il ragazzo fu dichiarato partigiano (anche) perché in questo modo la famiglia potesse ottenere un sia pure modesto compenso e sussidio.
Poiché nello stesso paese venne ucciso da un mitragliamento aereo alleato un altro contadino (Fiorino Filipetto), non dichiarato partigiano, volevo sapere se anche i suoi familiari ottennero un compenso / sussidio. 
Non conoscendo la legislazione in materia, conto su una vostra preziosa indicazione.
Distinti saluti
Camillo Pavan

Risposta dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra - Onlus:

Re: Richiesta informazione 
da: Anvcg-Presidenza  
a: Camillo Pavan - Treviso
data: 15/10/2018 10:56

Buongiorno,

tutti i familiari delle vittime civili della Seconda Guerra Mondiale possono ottenere la pensione di guerra, alle condizioni previste dalla normativa vigente (cfr. http://www.dag.mef.gov.it/pensioni/guerra/indirette/).

Subito dopo il conflitto vi furono speciali sussidi economici temporanei, ma dopo la stabilizzazione della normativa la pensione di guerra è la forma con cui lo Stato ha risarcito i caduti. Infatti, ai sensi dell'art.83 del Testo Unico sulle pensioni di guerra (DPR 23 dicembre 1978 e successive modificazioni), "con le norme emanate in materia di pensione di guerra, si intende regolato qualsiasi diritto verso lo Stato di tutti coloro che, per causa di servizio di guerra o attinente alla guerra o per fatto di guerra, abbiano riportato ferite o contratto infermità ovvero, in caso di morte, qualsiasi diritto dei rispettivi viventi a carico, degli eredi o di terzi".

Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, si inviano i più cordiali saluti.
Paolo Iacobazzi

Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra - Onlus
Via Marche 54 - 00187 Roma
Tel. 06/5923141 - Fax. 06/5921860 - http://www.anvcg.it